La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è l’endocrinopatia più comune nelle donne in età riproduttiva, con una prevalenza fino al 10%. Ecco qualche informazione che potrebbe essere utile.
Sindrome dell’ovaio policistico: cos’è e cause
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo riproduttivo ed endocrinologico comune riscontrato nel 6-10% della popolazione femminile. Non si tratta di una malattia, ma di una sindrome, cioè di un complesso di segni e sintomi che si presentano in grande varietà.
I sintomi della sindrome dell’ovaio policistico si manifestano durante i primi anni della pubertà. Sia il normale sviluppo puberale femminile che la PCOS sono caratterizzati da cicli mestruali irregolari, anovulazione e acne. A causa della complicata fisiopatologia intrecciata, discernere le cause scatenanti è difficile. Le tre principali caratteristiche fenotipiche di questa condizione sono:
- l’iperandrogenismo,
- le ovaie policistiche e
- la disfunzione ovulatoria.
Questa sindrome può anche essere associata a problemi metabolici tra cui obesità, insulino-resistenza (presente nel 60-80% delle donne con PCOS), iperinsulinemia e diabete mellito di tipo 2. La PCOS è associata a problemi cardiovascolari, effetti neurologici e psicologici sulla qualità della vita (inclusi ansia e depressione) e tumori al seno e all’endometrio. A ben il 20% delle donne con problemi di infertilità (tra cui fecondabilità e abbandono precoce della gravidanza) è stato diagnosticato con PCOS.
Sindrome dell’ovaio policistico e diagnosi
Secondo i criteri di Rotterdam, ci sono tre caratteristiche diagnostiche chiave della sindrome dell’ovaio policistico: anovulazione, iperandrogenismo e ovaio policistico. I pazienti devono mostrare due dei tre fenotipi per essere diagnosticati come affetti da sindrome dell’ovaio policistico.
Le tre caratteristiche
L’anovulazione è il fenotipo più comune tra i pazienti con PCOS, con un massimo del 95% delle donne con PCOS che sperimenta un qualche tipo di anovulazione. Questo è spesso visualizzato come oligomenorrea con meno di otto periodi in un anno o amenorrea senza periodo per più di tre mesi. Le donne con PCOS di solito non sono del tutto sterili e ovulano spontaneamente. La frequenza dell’ovulazione deve ancora essere ben studiata, ma alcuni suggeriscono che l’ovulazione si verifica fino al 32% dei cicli mestruali.
L’iperandrogenismo è un altro fenotipo diagnostico persistente nella PCOS ed è presente in circa il 60% dei pazienti. I marker clinici dell’iperandrogenismo sono irsutismo, acne e alopecia. L’iperandrogenismo può anche essere valutato biochimicamente misurando i livelli di androgeni circolanti.
La presenza di ovaie policistiche (PCO) è un importante criterio diagnostico per la sindrome dell’ovaio policistico. Tuttavia, la sola presenza delle ovaie policistiche non garantisce la PCOS. La definizione di PCO in termini di diagnosi ecografica è definita come: “presenza di 12 o più follicoli in ciascuna ovaia di 2-9 mm di diametro e/o volume ovarico aumentato (>10 ml)”. Si stima che la prevalenza della PCO nei pazienti con PCOS sia del 17-33%. Determinare la presenza dei fenotipi precedenti può essere difficile.
Disturbi da escludere
È importante escludere disturbi che hanno manifestazioni simili alla sindrome dell’ovaio policistico. Semplici test possono essere eseguiti per escludere disturbi come:
- l’iperprolattinemia (che causa l’anovulazione),
- l’iperplasia surrenalica congenita non classica (che causa un’eccessiva produzione di androgeni),
- la sindrome di Cushing (che causa tutti e tre i criteri diagnostici oltre all’insulino-resistenza) e la presenza di eventuali androgeni secernenti tumori.
Sindrome dell’ovaio policistico e condizioni di salute associate
Ci sono una miriade di implicazioni per la salute che sono state associate alla diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico, molte delle quali costituiscono complicazioni per tutta la vita. Uno dei rischi più comuni include la presenza di anomalie metaboliche e le manifestazioni ad esse associate, compreso il rischio cardiovascolare.
Disturbi metabolici
Tra i disturbi metabolici riscontrati nei pazienti con PCOS vi sono:
- la resistenza all’insulina (IR), che è riscontrabile nel 60-80% di tutte le donne con PCOS e nel 95% delle donne obese con PCOS. Nel 2001, Dunaif et al. ha concluso che esiste un difetto nella trasduzione del segnale dell’insulina post-recettore che è indipendente dall’obesità e dal diabete di tipo 2. Oltre ai disturbi metabolici, l’IR contribuisce anche all’iperandrogenismo, all’anovulazione e ai rischi cardiovascolari.
- c’è anche una maggiore prevalenza di ridotta tolleranza al glucosio (IGT), diabete gestazionale (GDM) e diabete di tipo 2.
L’obesità è presente in almeno il 30% dei pazienti con PCOS, con segnalazioni fino al 61-76% negli Stati Uniti e in Australia. La precisa associazione tra PCOS e obesità deve ancora essere delineata; tuttavia, l’obesità aggrava molte caratteristiche della sindrome e interrompe il trattamento efficace dei fenotipi. Le anomalie metaboliche portano ad un aumento del rischio di problemi cardiovascolari nei pazienti con PCOS poiché invecchiano e l’obesità esacerba questi rischi.
Funzioni neurologiche e psicologiche
Oltre alle evidenti manifestazioni endocrinologiche e riproduttive della PCOS, vi sono anche gravi conseguenze sulla salute mentale. Ci sono stati diversi studi che mostrano una correlazione tra donne con PCOS e una ridotta qualità della vita correlata alla salute. Oltre alla ridotta qualità della vita, anche la prevalenza di ansia, depressione e scarsa autopercezione è più elevata tra le donne con PCOS. Si raccomanda che tutte le donne con PCOS siano sottoposte a screening psicologico e prendano gli interventi appropriati ove necessario: questo dal momento che i principali fenotipi di questa sindrome (obesità, infertilità, irsutismo) sono problemi importanti che senza dubbio causerebbero stress psicologico a qualsiasi paziente. È necessario confermare che è proprio la manifestazione della PCOS, e non la sindrome stessa, a causare questi problemi psicologici.
Cancro
C’è stata una coorte di studi che hanno suggerito un aumento del tasso di cancro dell’endometrio e della mammella tra le donne con PCOS. È stato dimostrato che le caratteristiche anovulatorie (estrogeni incontrastati, progesterone insufficiente) causano la crescita del tessuto proliferativo nell’endometrio, portando al carcinoma. Il carcinoma endometriale ha ulteriori fattori di rischio, tra cui obesità, insulino-resistenza e diabete di tipo 2, che possono essere tutti associati alla PCOS. C’è un aumento di 2-3 volte del rischio di cancro dell’endometrio nelle donne con PCOS.
Infertilità
La sindrome dell’ovaio policistico è la causa più comune di irregolarità mestruale che porta all’infertilità. Di tutte le coppie che cercano un trattamento per l’infertilità, il 30% dei casi è dovuto all’anovulazione. Si stima che il 90% dei casi di anovulazione sia effettivamente causato da PCOS.
Il processo di oogenesi nei pazienti con PCOS è diverso da quello di una normale donna fertile. L’interruzione delle vie PI3K e FOXO3 nei topi provoca l’attivazione di tutti i follicoli primordiali nel pool, causando deplezione follicolare e insufficienza ovarica prematura. Lo strato cellulare della teca produce androgeni per le cellule della granulosa adiacenti da convertire in estradiolo in risposta alla stimolazione con LH e livelli di insulina. Questi due fattori, LH e insulina, sono particolarmente significativi per i pazienti con PCOS poiché il 60-80% dei pazienti mostra insulino-resistenza (IR), che può contribuire all’iperinsulinemia. Un eccesso di insulina nelle ovaie può aumentare la risposta granulosa di LH, producendo un eccesso di androgeni nel sito.
I pazienti con PCOS usano spesso metodi di tecnologie di riproduzione assistita (ART) per il concepimento. La prima tecnica spesso utilizzata è l’induzione dell’ovulazione per incoraggiare lo sviluppo di follicoli multipli che alla fine saranno adatti alla fecondazione. Il trattamento farmacologico più comune utilizzato per l’induzione dell’ovulazione è il clomifene citrato (CC). È stato dimostrato che la CC provoca una gravidanza il 50% delle volte dopo tre cicli di trattamento e il 75% delle volte dopo nove cicli.
Sindrome dell’ovaio policistico: trattamento e gestione attuale
Al momento non esiste una cura per la PCOS. Per le donne con PCOS che non cercano una gravidanza, le pillole contraccettive orali combinate (OCP) sono la prima linea di trattamento. Queste pillole non solo regolano il ciclo mestruale, ma riducono anche la produzione di androgeni surrenali. Uno stile di vita sano non invertirà le caratteristiche della PCOS, ma aiuterà a controllare le condizioni di salute associate come l’obesità, le malattie cardiovascolari e l’infertilità. L’irsutismo, una manifestazione comune della PCOS, viene spesso trattato a discrezione del paziente, utilizzando OCP insieme agli antiandrogeni. La depilazione laser è anche un mezzo comune per controllare l’irsutismo tra i pazienti con PCOS.
La gestione dei soggetti a rischio
La gestione dei soggetti a rischio di sindrome dell’ovaio policistico e di quelli con una diagnosi confermata di sindrome dell’ovaio policistico include educazione, interventi su uno stile di vita sano e interventi terapeutici mirati ai loro sintomi. Gli interventi possono includere:
- metformina,
- pillole contraccettive orali combinate,
- spironolattone e
- trattamenti locali per l’irsutismo e l’acne.
Oltre all’accertamento delle comorbilità associate, la gestione dovrebbe includere anche visite di follow-up regolari e il passaggio pianificato a specialisti. Una conoscenza approfondita della patogenesi della PCOS consentirà una precoce identificazione delle ragazze con un’elevata propensione a sviluppare la PCOS. L’attuazione tempestiva di interventi terapeutici individualizzati migliorerà la gestione complessiva della PCOS durante l’adolescenza, preverrà le comorbidità associate e migliorerà la qualità della vita.
Sindrome dell’ovaio policistico e qualche rimedio naturale
In realtà non c’è un rimedio naturale unico, anche perchè la problematica è soggettiva, ma molti rimedi naturali che potrebbero fungere da vero e proprio supporto. Per migliorare la pelle acneica sicuramente la base è un buon depurativo con cardo mariano con titolazione adeguata (guarda questo depurativo nello specifico) associato con omega 3. In caso di presenza di dolori premestruali ti consigliamo ansioninax giorno, non un semplice integratore per l’ansia, ma molto di più! Infine anche la tintura madre di agnocasto o questo integratore con cimifuga potrebbe servire!
Agnocasto
L’agnocasto è usato soprattutto se la donna con la sindrome dell’ovaio policistico ha anche un alto livello di prolattina e in passato ha sofferto di anovulazione, sindrome premestruale, dolore mammario premestruale, e/o carenza di progesterone. L’iperprolattinemia è una delle più frequenti conseguenze dei disturbi del ciclo mestruale (insufficienza del corpo luteo, amenorrea secondaria, mastalgia premestruale). La secrezione adenoipofisaria di prolattina è inibita dalla dopamina e stimolata dall’ormone che rilascia la tireotropina (TRH), quest’ultimo liberato dall’ipotalamo. L’agnocasto inibisce la secrezione di prolattina attraverso l’attivazione dei recettori della dopamina (D2).
Cimifuga racemosa
La Commissione E tedesca consiglia l’utilizzo di cimifuga nel trattamento della dismenorrea, dei disturbi premestruali e di quelli legati alla menopausa. La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una causa comune di infertilità femminile. Lo studio “Systematic Review of Black Cohosh ( Cimicifuga racemosa) for Management of Polycystic Ovary Syndrome-Related Infertility”, 2021, ha come scopo quello di condurre una revisione sistematica per valutare l’efficacia e la sicurezza di Cimifuga per l’induzione dell’ovulazione attraverso la regolazione ormonale e l’aumento dello spessore dell’endometrio per migliorare i tassi di gravidanza nelle donne con infertilità correlata alla PCOS. Sono stati riscontrati miglioramenti nella regolazione ormonale e nello spessore dell’endometrio per i gruppi cohosh neri rispetto al clomifene citrato (CC).
Tre studi randomizzati hanno riportato tassi di gravidanza migliorati utilizzando Cimifuga più CC. Che l’aggiunta di Cimifuga ai cicli di induzione del clomifene con rapporti a tempo nella sindrome dell’ovaio policistico migliora i risultati del ciclo e i tassi di gravidanza è la conclusione dell’articolo “Adding the phytoestrogen Cimicifugae Racemosae to clomiphene induction cycles with timed intercourse in polycystic ovary syndrome improves cycle outcomes and pregnancy rates – a randomized trial”, pubblicato Gynecol Endocrinol., 2014. Gli studi proseguono.
Zafferano
Questo integratore, a base di un estratto brevettato chiamato StaffSerene, è stato sviluppato sulla base di studi clinici che mostrano la capacità dell’estratto di zafferano di riequilibrare il tono dell’umore; può essere inoltre utile in caso di depressione, stress e esaurimento mentale. Allevia inoltre, sempre secondo studi specifici, i sintomi della sindrome premestruale.
Depurazione: fondamentale per il corpo in generale e per la pelle
Nel nostro Depurativo Italico, a differenza di tanti altri depurativi in commercio, l’estratto di cardo mariano è titolato al 10% in silimarina con metodica HPLC, l’unica riconosciuta ufficialmente dalla Farmacopea Europea. Questo principio attivo è antiossidante ed epatoprotettivo. Altro estratto importante del depurativo è quello di tarassaco, titolato al 10% in inulina. Infine l’estratto di tamarindo, titolato in acido tartarico, ottimo regolatore intestinale. Già questo rimedio potrebbe migliorare l’aspetto della pelle; altri prodotti mirati che potrebbero essere usati sinergicamente sono tintura madre di bardana e gli omega3.
Sindrome dell’ovaio policistico e gemmoterapia
Se dovessimo consigliare un gemmoderivato in aiuto della sindrome dell’ovaio policistico sceglieremmo sicuramente il gemmoderivato di lampone, il quale presenta un organotropismo elettivo nei confronti dall’apparato genitale femminile e dell’asse ipofisi-ovaio (Brigo B., op. cit., 2004): è considerato infatti un medicamento delle disendocrinie. Risulterà prezioso durante l’adolescenza quando il flusso mestruale tarderà a stabilirsi (menarca tardivo) e saranno in ritardo anche i segni sessuali secondari (sviluppo mammario, sistema pilifero ecc.). La sua azione si manifesta in modo preferenziale nei dolori che appaiono all’inizio delle mestruazioni, o alla vigilia, e che diminuiscono o scompaiono quando si stabilisce il flusso. Può essere prescritto anche nella sindrome iperfollicolinica caratterizzata da ritenzione idrica, aumento della tensione mammaria, irritabilità, insonnia ecc. Dall’opera della Dott.ssa Campanini sulla gemmoterapia inoltre si legge: “..associato al gemmoderivato Ribes nigrum nel trattamento delle cisti ovariche..”.
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