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Il gelso bianco non è solo conosciuto per la coltivazione del baco da seta: ecco le sue incredibili proprietà in erboristeria e i suoi benefici sulla glicemia.

     


Il gelso è un albero di una quindicina di metri che può vivere almeno 400 anni. La sua altezza è tuttavia limitata dal taglio e dal prelevamento delle foglie, che riducono una crescita già lentissima. Esistono due specie diffuse e strettamente collegate di gelso: il gelso nero e il gelso bianco. Entrambi appartengono al genere della famiglia Morus delle Moraceae e sono conosciuti fin dall’antichità.

albero di gelso Albero di gelso


 Gelso nero e gelso bianco: differenze

Il gelso nero (morus nigra) ha foglie ruvide a forma di cuore. Proviene da una zona circoscritta del sud dal Caucaso, dal mar Caspio, dall’Armenia e dall’Iran del nord. Il suo nome è dovuto al fatto che E’ così chiamato perchè le sue foglie e i suoi frutti sono molto più scuri del gelso bianco. Esso era coltivato ancora prima del gelso bianco, per i suoi frutti e citato anche da Ovidio nelle Metamorfosi. Secondo Plinio e Dioscoride il succo dei frutti acerbi, astringente e piuttosto acidulo, fermava la diarrea, combatteva i parassiti intestinali, e anche le mestruazioni troppo abbondanti. Con i suoi frutti, che si raccolgono in agosto-settembre, nel medioevo si faceva una specie di vino.

Il gelso bianco (Morus alba L. ) è un albero originario della Cina orientale, a foglie lisce caduche. Le sue foglie, ramoscelli, radici (corteccia) e frutti sono ampiamente utilizzati nella medicina tradizionale cinese. In agosto-settembre maturano i frutti carnosi, che somigliano alle more dei rovi, ma sono bianco-rosa e di sapore insipido e dolciastro. Le foglie invece sono l’alimento per eccellenza dei bachi da seta. Proprio il Gelso bianco in questi anni ha avuto un crescente interesse in ambito erboristico per le sue proprietà benefiche sulla glicemia.


Quali sono i benefici del gelso bianco?

Le foglie di Morus alba sono ricche di carboidrati e proteine, oltre a molte vitamine e minerali come beta-carotene, ferro, calcio e zinco; possiedono anche vari alcaloidi poliidrossilici, stilbenoidi (come resveratrolo e ossiresveratrolo), flavonoidi (tra cui quercetina e kaempferolo) e antociani. In particolare, gli alcaloidi poliidrossilati trovati in Morus alba appartengono alla classe chimica degli iminozuccheri o azazuccheri e sono uno dei composti identificativi caratteristici della specie.

Proprietà del Gelso bianco

Le foglie di gelso, con i flavonoidi come costituenti principali, possiedono varie attività biologiche, tra cui:

  • attività antiossidante, antimicrobica, citotossica,
  • antidiabetica,
  • anti-iperlipidemica, anti-obesità,
  • anti-aterosclerotica,
  • cardioprotettiva.

Il fitocomplesso delle foglie di gelso ha in particolare una interessante attività ipoglicemizzante:

  • la 1-deossinojirimicina ha attività inibitoria nei confronti della alfa-glucosidasi (Nakagawa, 2013);
  • i polifenoli del gelso hanno attività antiossidante e scavenger (Proenca et al, 2017);
  • i polisaccaridi delle foglie di gelso hanno attività protettiva a livello delle cellule beta pancreatiche (Ge et al, 2018);
  • gli estratti acquosi delle foglie di gelso modulano i recettori PPARg, recettori che svolgono ruoli cruciali nel metabolismo del glucosio e dei lipidi. (Gurukar e Chilkunda, 2018).

Gelso bianco foglie: il principio attivo più importante per la titolazione

Il composto identificativo di Morus Alba è l’iminozucchero piperidina 1-deossinojirimicina (DNJ), un analogo del D-glucosio con un gruppo azoto che sostituisce l’ossigeno sull’anello piranosio. Questo principio fu isolato per la prima volta dagli alberi di gelso Yoshikaki et al nel 1976. A causa della loro somiglianza strutturale con i monosaccaridi dei carboidrati, gli iminozuccheri come il DNJ sono in grado di inibire in modo competitivo gli enzimi che digeriscono i carboidrati come l’α-glicosidasi e l’amilasi (1). In particolare, la 1-deossinojirimicina (DNJ):

  • riduce l’iperglicemia postprandiale inibendo l’a-glicosidasi intestinale (e quindi inibisce l’assorbimento intestinale del glucosio)
  • accelera il metabolismo epatico del glucosio regolando direttamente le espressioni di diverse proteine ​​coinvolte nel trasporto del glucosio, nella glicolisi e nella gluconeogenesi (2).

Gelso bianco: diabete e glicemia

Il diabete mellito è ormai una malattia comune in molti paesi a causa dei cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini alimentari. In Cina, quasi la metà di tutti i pazienti con diabete di nuova diagnosi mostra solo aumenti della glicemia postprandiale. Un’indagine sulle abitudini dietetiche globali condotta dall’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura nel 2013 ha riportato che la proporzione di carboidrati nella dieta cinese andava dal 60% al 70%, mentre l’assunzione di carboidrati nella dieta americana era dal 20% al 30%. Uno studio in Cina ha scoperto che la dieta dei pazienti con diabete di tipo 2 era basata principalmente sui carboidrati. Un confronto dei livelli di glucosio nel sangue tra la popolazione cinese e quella occidentale ha stabilito che il consumo di glucosio o di 5 diversi tipi di riso ha comportato livelli di zucchero nel sangue postprandiali più elevati nei cinesi rispetto agli europei.

Già nel 2016 fu pubblicata una meta analisi “A meta-analysis of efficacy of Morus alba Linn. to improve blood glucose and lipid profile” con lo scopo di valutare l’efficacia dei prodotti derivati ​​da Morus alba sui livelli di glucosio e lipidi nel sangue. Lo scopo invece dello studio esplorativo “Mulberry leaf extract reduces the glycemic indexes of four common dietary carbohydrates” era quello di indagare gli effetti dell’estratto delle foglie di gelso bianco sugli indici glicemici dei carboidrati alimentari comuni  (glucosio, saccarosio, maltosio e maltodestrina).

Rilevazione dell’Indice glicemico

L’indice glicemico è un numero associato ai carboidrati in un particolare tipo di alimento che indica l’effetto di questi carboidrati sul livello di glucosio nel sangue di una persona 2 ore dopo il consumo del cibo. Un indice glicemico (GI) di 100 rappresenta il valore standard, quello per una quantità equivalente di glucosio puro. Si ritiene che gli alimenti ad alto indice glicemico, moderato e basso abbiano valori GI > 70, da 55 a 70 e < 55, rispettivamente. Gli alimenti a basso indice glicemico producono fluttuazioni minori dei livelli di glucosio nel sangue e di insulina rispetto agli alimenti ad alto indice glicemico. Le attuali linee guida per la gestione del diabete raccomandano di migliorare il controllo glicemico attraverso il consumo di una dieta con un Indice glicemico più basso.

Considerazioni

I carboidrati negli alimenti vengono assorbiti nel flusso sanguigno sotto forma di monosaccaridi. Le conformazioni del legame glicosidico sono i principali fattori che determinano le forme delle molecole di disaccaride, oligosaccaride e polisaccaride. Gli enzimi glucosidasi, che si trovano in quasi tutti gli organismi, idrolizzano i legami glicosidici dei composti contenenti zucchero per formare monosaccaridi, oligosaccaridi o glicoconiugati. Gli enzimi glucosidasi nell’intestino tenue digeriscono i carboidrati complessi in costituenti monosaccaridi come glucosio e fruttosio, che possono quindi essere assorbiti. Le sostanze che inibiscono la funzione catabolica della glucosidasi possono rallentare la scomposizione dei carboidrati nell’intestino tenue, ritardando così la velocità di assorbimento del glucosio e riducendo l’indice glicemico del cibo ingerito.

Il DNJ è un alcaloide azozucchero che agisce come un inibitore competitivo dell’α-glucosidasi nell’intestino tenue. Questo attivo può inibire in modo competitivo il legame del substrato di carboidrati all’enzima α-glucosidasi con un’affinità simile all’acarbosio (ma non dà gli effetti collaterali di acarbosio), rallentando la scomposizione e l’assorbimento dei carboidrati ingeriti nell’intestino tenue e quindi sopprimendo gli aumenti postprandiali della glicemia e della secrezione di insulina. Va sottolineato inoltre che la somministrazione orale prolungata di DNJ non causa ipoglicemia.

Conclusioni dello studio

Nello studio, il confronto dei livelli medi di glucosio nel sangue in vari momenti dopo l’ingestione orale degli alimenti di riferimento o di prova ha rivelato che l’estratto di foglie di gelso bianco ha avuto solo un piccolo effetto sull’assorbimento del glucosio dal tratto gastrointestinale, come previsto poiché il glucosio viene assorbito direttamente senza il fabbisogno di α-glucosidasi. L’effetto inibitorio dell’estratto sull’aumento postprandiale della glicemia dopo l’ingestione di saccarosio, maltosio o maltodestrine si è verificato principalmente durante il periodo da 15 a 60 minuti dopo il pasto. Inoltre, rispetto ai valori noti per ciascun carboidrato da solo, l’estratto di gelso, con DNJ, ha ridotto l’indice glicemico di maltosio, saccarosio e maltodestrina rispettivamente di circa il 53%, 34% e 31%. Questi dati mostrano che DNJ ritarda effettivamente l’assorbimento di tutti e 3 questi carboidrati.


Gelso bianco: benefici sull’iperglicemia obesità e diabete alle dosi giuste

Le foglie di gelso bianco (Morus alba L.) sono utilizzate nella medicina tradizionale per il trattamento dell’iperglicemia. Gli obiettivi dello studio “A randomized controlled study of dose-finding, efficacy, and safety of mulberry leaves on glycemic profiles in obese persons with borderline diabetes” erano di esaminare la dose ottimale di 1-deossinojirimicina (DNJ) nelle foglie di gelso e di determinare l’efficacia e la sicurezza delle foglie di gelso nel controllo glicemico nelle persone obese con diabete borderline.

In primo luogo, gli adulti sani reclutati nello studio di determinazione della dose sono stati assegnati in modo casuale per ingerire una soluzione di saccarosio in concomitanza con polvere di foglie di gelso a pesi equivalenti a 0 (controllo), 6, 12 e 18 mg di DNJ. Sono stati valutati il ​​glucosio postprandiale e gli effetti indesiderati. In secondo luogo, le persone obese con diabete borderline sono state assegnate in modo casuale al gruppo di trattamento con foglie di gelso (12 mg di DNJ di gelso tre volte al giorno) e al gruppo di controllo nello studio prospettico di 12 settimane.

Determinati la glicemia e l’insulina, nonché gli effetti avversi, si scoprì che 12 mg di DNJ era la dose minima efficace per attenuare l’iperglicemia postprandiale. Le foglie di gelso hanno ridotto la glicemia a digiuno e l’emoglobina glicata rispetto ai livelli basali. Inoltre, le foglie di gelso tendevano a migliorare la resistenza all’insulina

Gelso bianco e retinopatia diabetica

Da uno studio pubblicato nel 2017 (3) sono stati segnalati gli effetti benefici del gelso bianco contro il diabete mellito. In particolare, è stato studiato il meccanismo alla base dell’effetto protettivo dell’estratto etanolico di foglie di Morus alba su stress ossidativo, infiammazione, apoptosi e angiogenesi nella retinopatia diabetica. I risultati dello studio indicano che M. alba ha un effetto protettivo sulla retinopatia diabetica con possibili meccanismi di inibizione dello stress ossidativo indotto dall’iperglicemia, apoptosi, infiammazione, attivazione della via dei polioli ed espressione di VEGF nella retina.

 Gelso bianco e riduzione del peso

Sempre in tema di obesità: le attuali tendenze nello sviluppo di farmaci per l’obesità suggeriscono la possibilità di ridurre il peso e invertire i disturbi metabolici dell’obesità controllando l’appetito. Nello studio “Morus alba, a Medicinal Plant for Appetite Suppression and Weight Loss” sono state esaminate più di 8000 piante per gli antagonisti del recettore dei cannabinoidi (CB1) ed è stato identificato Morus alba come pianta medicinale principale.


Come assumere il gelso bianco?

Assumendo il nostro integratore contro la glicemia alta, a base di gelso bianco titolato in DNJ  e berberis aristata liposomiale (dall’azione ipoglicemizzante) (4), dopo i pasti per 12 settimane puoi migliorare:

  • glicemia borderline (quella tra i 100 e i 125 mg/dl)
  • sindrome metabolica con sovrappeso, alterazione della glicemia anche se minore di 100 mg/dl e alterazione dei livelli di LDL (>100 mg/dl)
  • dislipidemie (LDL>100 mg/dl e trigliceridi >150 mg/ml) in pazienti intolleranti alle statine.

Il nostro integratore lo trovi cliccando qui. Il gelso bianco, come abbiamo visto, risulta utile per il metabolismo dei carboidrati e la regolarità della pressione arteriosa; berberis aristata è utile per la regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare.

Dott.ssa Laura Comollo


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Bibliografia:

(1) Mulberry leaf extract improves glycaemic response and insulaemic response to sucrose in healthy subjects: results of a randomized, double blind, placebo-controlled study).

(2) Mulberry leaf extract reduces the glycemic indexes of four common dietary carbohydrates

(3) Consumption of polyphenol-rich Morus alba leaves extract attenuates early diabetic retinopathy: the underlying mechanism

(4) Phytopharmacology and Clinical Updates of Berberis Species Against Diabetes and Other Metabolic Diseases

Altri studi:

  • Phytochemistry, pharmacology, and clinical trials of Morus alba
  • The Mulberry (Morus alba L.) Fruit-A Review of Characteristic Components and Health Benefits
  • Morus alba (mulberry), a natural potent compound in management of obesity
  • Nutraceutical and Medicinal Potential of the Morus Species in Metabolic Dysfunctions

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