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In questo post vi sveleremo tutte proprietà e usi tradizionali documentati per l’altea in erboristeria.

     


Il nome del genere Althea proviene dal greco “althein”, ossia “guarire”. Nel tedesco antico l’altea era chiamata “ibisca”, denominazione derivante dal greco “ibiskos” e dal latino “hibiscus”, l’antico nome di questa pianta.

Altea officinale: come riconoscerla

Altheae officinalis appartiene alla famiglia delle malvacee: si tratta di una pianta erbacea perenne, pluriennale, che può raggiungere un’altezza di 60-150 cm. Vive spontanea nei luoghi umidi e palustri dell’Europa centro-meridionale, Asia Minore, Siria, Asia centrale e America del Nord.

Il fusto è semplice, eretto, poco ramificato, ricoperto da una fitta peluria come le foglie.

Le foglie sono alterne, picciolate, vellutate, di colore grigio verde, hanno una forma triangolare o ovale, con bordo seghettato e sono per lo più lievemente trilobate o pentalobate. Sono presenti solo in estate e cadono in inverno.

fiori bianco-rosati, che sbocciano da luglio a settembre, sono lunghi 25-40 mm e si presentano singoli o a ciuffi.  Essi consistono 8-9 sepali esterni lanceolati uniti alla base e in cinque petali lunghi 15-25 mm. La riproduzione avviene per impollinazione attraverso le api o per autoimpollinazione.

La radice è bianco-giallastra e forma affusolata (radice a fittone).


Principi attivi

Dell’Altea officinalis in erboristeria si usano le foglie e le radici essiccate decorticate o non decorticate (monografie n°1856 e 1126 della farmacopea europea). La medicina popolare impiega anche i fiori.

Gli impieghi principali dell’altea si basano principalmente sul contenuto elevato di mucillagini. Le mucillagini consistono soprattutto di polisaccaridi acidi come ramnogalatturonano, arabinogalattani e glucani. Le radici contengono circa il 10-20% di mucillagini (fino a raggiungere in autunno anche il 25-35%) e le foglie il 6-10%.

Le radici oltre alle mucillagini hanno anche un contenuto elevato di amido e contengono inoltre pectina, scopoletina e olio essenziale con trigliceridi della palmitina, acido oleico e acido butirrico e, in piccola parte, anche tannini.

Le foglie, invece, sono ricche in flavonoidi, in particolare di tiliroside un derivato del canferolo, di ipolaetina-8-gentiobioside e di derivati della luteolina. Molti degli effetti fisiologici attribuiti alla pianta sono associati a tiliroside, considerato tra i costituenti più attivi delle foglie di altea.

Sia nelle radici di altea sia nelle foglie sono presenti anche acidi fenolici, come acido p-cumarico, acido ferulico, acido p-idrossibenzoico, acido p-idrossifenilacetico, acido caffeico, acido salicilico, acido siringico e acido vanillico.


Altea proprietà

L’uso dell’altea è noto sin dai tempi antichi. Tutte le parti della pianta contengono mucillagini e ciò caratterizza l’attività della pianta come emolliente e antinfiammatoria. In realtà l’altea non possiede un’azione antinfiammatoria sistemica, ma grazie al contenuto in mucillagini possiede un effetto emolliente: le droghe contenenti mucillagini hanno la capacità di coprire e proteggere la mucosa e per questo possono essere adoperate nel trattamento delle infiammazioni. Grazie alle proprietà emollienti dell’altea, ampiamente riconosciute, l’altea:

  • rappresenta un rimedio tradizionale nel trattamento di stomatiti, gengiviti e glossiti;
  • a livello gastrointestinale esercita a livello della mucosa gastrica proprietà gastroprotettrici e, a livello intestinale, proprietà assorbenti le tossine, antinfiammatorie, lenitive e antispasmodiche;
  • per via orale rientra nel trattamento, come coadiuvante, delle forme dolorose di colon irritabile. La decozione della radice, o meglio la macerazione a freddo della radice contusa viene impiegata in clisteri in caso di infiammazione della mucosa intestinale (enterocoliti acute, colon irritabile, colite ulcerosa, proctite ecc.);
  • è utile nelle affezioni broncopolmonari, oltre che nel trattamento della bronchite e della tracheite, e anche nel trattamento della pertosse. Sia la Commissione E tedesca che ESCOP riportano che l’altea allevia l’irritazione locale, stimola la fagocitosi ed inibisce l’attività mucociliare, che è di beneficio nei casi di irritazione della mucosa orale e della faringe associata a tosse secca. Già nel 1700 si parlava di preparazioni a base di radice di altea per il trattamento di affezioni polmonari, tosse e raucedine, stati catarrali delle vie respiratorie. Studi più recenti hanno dimostrato come responsabili di questi effetti benefici della pianta sono le mucillagini, come il ramnogalatturonano e gli arabinogalattani, contenuti sia nelle radici che in misura minore nelle foglie. Studi su animali hanno dimostrato che a possedere uno spiccato effetto antitosse sono soprattutto i ramnogalatturonani, per la loro capacità di attenuare l’infiammazione delle vie respiratorie. I poliuronidi contenuti nell’altea si depositano a strati sulle mucose, impedendo così l’attivazione dei recettori della tosse. Gonfiandosi a contatto con l’acqua, i poliuronidi formano uno strato bioadesivo con l’effetto di coprire e proteggere le mucose;
  • viene usata esternamente per facilitare la cicatrizzazione delle ferite;
  • è utilizzata da Phitofilos in polvere per la preparazione di impacchi per idratare e nutrire capelli e cuoio capelluto, e può essere utilizzata da sola (Altea Phitofilos) o aggiunta ad una qualsiasi miscela di polveri tintorie (Impacco emolliente Phitofilos); usata singolarmente può essere utilizzata come erba neutra per rendere la pastella per l’henne più cremosa ed applicabile senza colature.

Dal tiliroside, un flavonoide contenuto nelle foglie, sembrerebbero invece dipendere le proprietà antibatteriche ed antimicotiche dell’altea, gli effetti ipoglicemici e di controllo sul metabolismo generale, oltre a potenziali proprietà antinfiammatorie.


Controindicazioni ed effetti collaterali

Radici, foglie e fiori di Althaea officinalis non hanno mostrato effetti tossici e sono ben tollerati. La dose giornaliera raccomandata per gli adulti è di circa 5 g per le foglie, 6 g per la radice e 10 g per lo sciroppo. Anche la Commissione E tedesca non riporta né effetti collaterali né controindicazioni; tuttavia viene riportato che un uso per via orale può ritardare l’assorbimento di farmaci dati contemporaneamente.

Altea in gravidanza e allattamento: secondo l’ESCOP non vi è nessun dato disponibile. In conformità con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere utilizzato durante la gravidanza e l’allattamento senza prima aver sentito il parere del medico.


Altea in erboristeria: usi e posologia in erboristeria

Escop riporta, come dose singola per gli adulti:

  • per la tosse secca e irritazione orale o faringea 0,5-3 g di droga (radice di altea essiccata) lasciati a macerare in acqua fredda o 2-8 ml di sciroppo, ripetendo se necessario fino a una dose giornaliera equivalente a 15 g di droga vegetale (radice di altea essiccata, decorticata o non decorticata);
  • per le irritazioni gastrointestinali, 3-5 g lasciati a macerare in acqua fredda fino a 3 volte al giorno. Somministrazione orale.

Trovi su erboristeriacomo.it, per tosse, mal di gola, catarro, lo sciroppo tosse naturale sia per gli adulti sia per adulti con diabete (sciroppo altea composta zero).

Ecco invece alcune semplici ricette fai-da-te con altea:

  • il decotto di altea (Althaea officinalis L., Malvaceae) per usi diversi: 1) impacco emolliente sugli occhi arrossati: si prepara con 15 g di radici di altea in taglio minuto e si versano in 500 ml d’acqua fredda che si porta all’ebollizione; la si mantiene per circa 5 min, si spegne e si lascia in infusione fino a intiepidimento del liquido; si filtra e si usa per bagni e impacchi oculari; 2) decotto emolliente: un cucchiaio di droga sminuzzata in 200 ml di acqua fredda e lasciar macerare per 2-3 ore; il decotto va sempre preparato fresco e può venire leggermente riscaldato prima della somministrazione.
  • la tisana di altea: si infonde un cucchiaino di foglie in una tazza di acqua bollente e si filtra dopo 10 minuti.

Dott.ssa Laura Comollo


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