L’ippocastano è uno dei rimedi naturali per gambe gonfie e fragilità dei capillari, in particolare in forma di gemmoderivato. Ne parliamo in questo post.
L’ippocastano (o Aesculus hippocastanum L.) è una grande pianta arborea, largamente utilizzata anche da noi in parchi e viali, originaria della Grecia settentrionale, della Bulgaria e del Caucaso. Fiorisce in Maggio, fruttifica in Agosto e Settembre.
Poiché l’azione farmacologica dell’ippocastano è principalmente dovuta all’escina (che in realtà è una miscela di saponine triterpeniche presente fino al 14%), di Ippocastano in fitoterapia si dovrebbero usare solamente i semi che ne contengono in rilevanti quantità. Del resto, secondo F.U. X la droga è costituita da Ippocastano semi che debbono contenere non meno del 3,0% di glucosidi triterpenici calcolati come escina anidra.
Ippocastano: contro la fragilità capillare e non solo
L’ippocastano è noto per la sua azione antiedemigena, flebotonica, antinfiammatoria, astringente e decongestionante. E’ utilizzato in fitoterapia in caso di insufficienza veno-linfatica, fragilità capillare, emorroidi, edemi post-operatori, cellulite.
Secondo il Capasso (2005), l’escina possiede diverse proprietà farmacologiche che sono di potenziale beneficio nei casi di insufficienza venosa cronica: queste includono l’azione antiedemigena, antinfiammatoria e venotonica. Anche i flavonoidi dell’ippocastano concorrono all’azione antinfiammatoria e protettiva vasale. Le proprietà antiedemigene dell’escina sono particolarmente evidenti nelle prime fasi del processo infiammatorio; queste sono il risultato dell’escina di sensibilizzare gli ioni calcio (riducendo la permeabilità vascolare) e inibendo gli enzimi elastasi e ialuronidasi che sono coinvolti nella degradazione dei proteoglicani (l’aumento dei proteoglicani è associato ad un rafforzamento della parete dei capillari nonchè alla prevenzione dell’aumento della permeabilità vascolare). Ben documentate sono anche le proprietà venotoniche: la contrazione venosa indotta dall’escina si accompagna a un aumento di produzione locale di prostagladina F2-alfa che favorisce il ritorno venoso (Bézanger-Beauquesne L. et al., 1990), cioè una variazione positiva del flusso di sangue di ritorno al cuore. Inoltre, la diminuita permeabilità e il contemporaneo aumento della resistenza capillare conferisce ai preparati di ippocastano un’azione antiemorragica.
Ippocastano attiva quindi la circolazione sanguigna e favorisce il ritorno venoso riducendo la stasi linfatica. Per questo motivo la Commissione E tedesca e l’OMS ne riconoscono l’efficacia per alleviare i sintomi legati all’insufficienza venosa a carico degli arti inferiori: dolore, sensazione di gambe pesanti, gambe gonfie, prurito, crampi muscolari notturni al polpaccio, ecc. Per ESCOP è indicato nell’insufficienza venosa cronica e vene varicose. In fitoterapia, secondo il Chiereghin (2005) l’azione dell’ippocastano è molto simile a quella del meliloto e come vasocostrittore e favorente il ritorno venoso sembrerebbe più potente il rusco. Diverso invece il discorso per il gemmoderivato di Ippocastano.
Per uso esterno, ippocastano viene impiegato in preparati topici atti a trattare quadri di insufficienza venolinfatica quali: gambe pesanti (ad esempio crema gambe drena lift), crampi, parestesie, ecc. e fragilità capillare, nel trattamento di emorroidi e varici, nel trattamento del reumatismo (attivazione della circolazione sanguigna) oltre che di contusioni, lividi, distorsioni. L’attività microvasculocinetica rende, inoltre, i preparati della pianta utili nel trattamento della cellulite (ad esempio crema corpo lipo drena lift, con escina) e della caduta dei capelli. Nelle preparazioni dermocosmetiche l’ippocastano si usa per le proprietà schiarenti, rinfrescanti, lenitive, disarrossanti (Proserpio), nel trattamento di couperose e acne rosacea, ove contribuisce a diminuire lo stato infiammatorio e congestivo. Lo trovi ad esempio dei cosmeceutici Tonic e Siero booster Senso Lift.
Gemmoderivato di Ippocastano: la forma galenica con efficacia più rapida
In gemmoterapia si utilizzano le gemme, che sembrano essere la parte più attiva della pianta e che dimostrano di possedere un organotropismo specifico nei confronti dei vasi venosi. È importante segnalare, inoltre, che il gemmoderivato di Ippocastano, a differenza delle altre forme galeniche, presenta un minor tempo di latenza nel manifestare la risposta terapeutica (Campanini, 2005). Le principali indicazioni terapeutiche di questo gemmoderivato sono:
- fragilità capillare
- emorroidi,
- alterazioni a carico del sistema venoso periferico (varici)
Per il Dott. Chiereghin (2005) il gemmoderivato di Ippocastano è il rimedio generale delle “gambe pesanti”, eventualmente associato o alternato con il gemmoderivato di sorbo (che tonifica la parete vasale e ne combatte l’infiammazione (Tétau)) e di castagno (che agisce sui vasi linfatici e in particolare sulla stasi linfatica è la maggior responsabile della patologia varicosa, degli edemi e della fastidiosa sensazione di “gambe pesanti””). Non si deve trascurare il fatto che, a monte di questo disturbo, ci si trova davanti a una situazione di fragilità capillare che va trattata a fondo.
Ecco le azioni e le proprietà del gemmoderivato di Ippocastano secondo la letteratura scientifica:
- a livello della microcircolazione si verificano una normalizzazione della permeabilità e un aumento della resistenza capillare che, oltre a diminuire la fragilità dei capillari stessi, contribuisce alle notevoli capacità vasoprotettive, antiessudative e antiedemigene delle gemme di ippocastano con riduzione della stasi linfatica;
- poiché il gemmoderivato di ippocastano, a differenza delle altre forme galeniche, presenta un minor tempo di latenza nel manifestare la risposta terapeutica, risulta particolarmente utile ad esempio nel trattamento della crisi emorroidaria ove può affiancare anche la terapia farmacologica classica;
- la prescrizione del gemmoderivato è inoltre utile ai soggetti che soffrono di crampi muscolari soprattutto notturni, casi nei quali è opportuno affiancare il Magnesio;
- un’indicazione particolare è quella legata al trattamento dell’insufficienza respiratoria di origine enfisematosa in quanto, migliorando gli scambi gassosi, contribuisce ad accrescere l’ossigenazione tissutale. Si narra che i Crociati appresero dai cavalieri turchi l’uso dei frutti dell’ippocastano bolliti nell’acqua per curare la “bolsaggine” dei cavalli, una patologia causata da insufficienza respiratoria di origine enfisematosa. “L’azione flebotonica del rimedio permette un’accelerazione della circolazione sanguigna polmonare cui si aggiunge un’azione di tono capillare per la diminuzione della stasi bronchiale oggettivata clinicamente e con l’esame radiologico” (Tétau, 1989).
Gemmoderivato di Ippocastano: posologia e modalità d’uso
La posologia del gemmoderivato di Ippocastano è di 50 gocce, diluite in acqua e sorseggiate lentamente, 1-2 volte al dì. Il gemmoderivato, a giudizio medico, può essere assunto in gravidanza e allattamento.
In particolare in letteratura scientifica è consigliato di utilizzarlo in associazione così:
- per le emorroidi: gemmoderivato di Sorbo prima di colazione; gemmoderivato di Ippocastano prima di pranzo e cena. Per 20 giorni al mese per 2-3 mesi; in caso di emorroidi guarda anche FitoProct.
- nell’insufficienza veno-linfatica/ gambe “pesanti”: gemmoderivato di Sorbo prima di colazione; gemmoderivato di Castagno prima di pranzo; gemmoderivato di Ippocastano prima di cena. Per 20 giorni al mese per 2-3 mesi; in questo caso guarda anche Rusco Composto Plus.
- contro la cellulite: Linfa di betulla prima di colazione e/o prima di coricarsi; gemmoderivato di Ippocastano prima di pranzo e cena. Per 20 giorni al mese per 2-3 mesi. In quest’ultimo caso guarda anche Drena Sel Active.
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