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La famiglia delle Rosacee comprende tante specie famose dal punto di vista erboristico e cosmetico, tra cui Rosa Canina, Rosa gallica, Rosa centifolia, Rosa Mosqueta, Rosa Damascena. Ecco un approfondimento utile per conoscerle meglio.

     


Rosa, da rodon suo nome greco, o giusta De Theis da una radicale celtica, che significa rosso, è un genere della famiglia delle Rosacee che comprende circa 150 specie, originarie dell’Europa e dell’Asia. Comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli, frutti ad achenio contenuti in un falso frutto (cinorrodo).

Per quanto riguarda la classificazione, tra le “rose botaniche“, le specie più note che crescono spontanee sono Rosa gallica e canina; tra le “rose antiche“: le specie più comuni sono rosa gallica, centifolia, damascena.  Gli esami del DNA di Rosa gallica (o “red rose of Lancaster”) hanno dimostrato che è stata la madre delle rose Damascena, Alba e Centifolia.

Preparazioni a scopo cosmetico o terapeutico a base di Rosa sono note fin dall’antichità. Citazioni non mancano da parte di Plinio (Nat. Hist. 21.14), Aulo Gellio (Gell. 14.6), Celsio (Gell. 14.6; Cels. De medicina 8.3.), Orazio (Carmina 1.5.1 e 2.11.14), Ovidio (nei Medicamina faciei femineae, riporta la ricetta a base di Rosa come schiarente della cute (91-98)). Nelle farmacopee e nei testi di fitoterapia del XIX secolo le specie di Rosa impiegate a scopo terapeutico erano R. canina e R. gallica, R. centifolia e R. damascena. Il loro utilizzo era indicato soprattutto come purgante.

Rosa Canina: le parti utilizzate e l’uso

La Rosa canina è la specie di rosa spontanea più comune in Italia, molto frequente nelle siepi e ai margini dei boschi. Talvolta viene chiamata rosa di macchia o rosa selvatica. Il termine rosa ha origine celtica e significa rosso, mentre la parola canina deriva dall’antica credenza che la radice di questa pianta servisse per curare la rabbia dei cani e le persone ferite dai loro morsi (Plinio il Vecchio).

La rosa canina fiorisce da maggio a luglio, la maturazione delle bacche si ha in ottobre-novembre. Il falso frutto della rosa canina è caratterizzato da un colore rosso e da una consistenza carnosa; è edule ma aspro e non appetibile fresco. Esso deriva dalla modificazione del ricettacolo fiorale e contiene al suo interno degli acheni. Gli acheni sono i frutti veri e propri della rosa canina, derivano dalla modificazione dei carpelli ed ognuno di essi contiene un seme. La struttura nel suo insieme (di 1 o 2 cm) viene chiamata cinorrodo. Le parti di solito utilizzate sono:

  • falsi frutti: sono le bucce dei Cinorrodi svuotate dei frutticini legnosi e dei peli urticanti che rappresentano la vera droga vegetale della Rosa canina. Una volta essicate hanno mostrato di contenere un’alta dose di vitamina C naturale e biodisponibile insieme a carotenoidi, flavonoidi, pectine, tannini e antociani. Non tutte le specie di rose selvatiche poi presentano il medesimo contenuto di Vitamina C. Gli estratti di Rosa canina titolati e standardizzati in Vitamina C sono gli unici che garantiscono la disponibilità della vitamina e ne consentono una certa funzionalità a livello cutaneo. Il vantaggi di utilizzare un estratto di R. Canina rispetto alla vitamina C usata allo stato puro sta nel fatto che l’estratto risulta maggiormente biodisponibile per l’attività redox per la presenza di carotenoidi e flavonoidi, i quali migliorano e sinergizzano l’efficacia radical scavenger della vitamina C.

Rosa canina frutto estratto secco tit. 70% in vitamina C è comunemente utilizzata in erboristeria come fonte di vitamina C e in particolare per rinforzare le difese immunitarie, ed è ad esempio presente nella formulazione del nostro sciroppo Fitosostegno e Fitosostegno Junior. Coi frutti si realizzano anche la tintura madre e gli altri estratti. In cosmesi, della Canina è utilizzato l’estratto secco dei falsi frutti titolato in vitamina C con tutto quello che comporta l’utilizzo della vitamina in campo cosmetico (antiaging, attività radical scavenger, aumento della quota di collagene nativo, lepismatica ecc ecc.);

  • petali freschi: possono essere utilizzati nel seguente modo:
  1. per infusione sfruttando le loro proprietà rinfrescanti e astringenti delle sostanze tanniche presenti e possono quindi trovare un certo utilizzo nei tonici per le pelli delicate;
  2. per estrazione delle antocianine presenti nei colori dei petali e sfruttando per le loro proprietà capillaro-protettrici, rinforzanti del microcircolo e antiossidanti, anche in campo cosmetico (per l’azione antiox, fragilità capillare, anticollagenasica, antijaluronidasica ecc.). La policromia dei petali di rosa in generale va dal bianco al rosso attraverso un’infinità varietà di gradazioni. Questa colorazione viene prodotta da due classi di pigmenti: i carotenoidi (maggiormente contenuti nelle rose bianche e gialle) e le antocianine (spaziano nei petali dalle tonalità rosa fino ai rossi più accesi) appartenenti al grande gruppo dei flavonoidi. L’ottenimento delle antocianine può essere ottenuta sottoponendo i petali a macerazione in una miscela di acqua e alcol ad opportuna gradazione e concentrando successivamente fino ad eliminazione del solvente.

Rosa gallica: proprietà ed uso

Importata in Europa nel XIII secolo dall’Oriente, per opera del crociato Thibault IV conte di Champagne, di Rosa gallica (nota anche come rosa rossa o rosa austriaca) si utilizzano i petali e i boccioli da raccogliersi quando cominciano ad aprirsi. I principali costituenti, riportati dal Dott. Valnet nei suoi scritti sono l’olio essenziale, l’acido gallico, tannino (15%) e principi antibiotici. Proprietà: astringente, cicatrizzante e fortificante. Il dott. Valnet indica anche alcune ricette con Rosa gallica: la confettura di rose (750 gr di zucchero, 250 gr di petali freschi di boccioli, aggiungere acqua di rose per ottenere una pasta simile al miele; aceto rosato (petali essiccati di rosa rossa 60 gr, aceto rosso forte 750 gr, lasciar macerare 1 settimana agitando ogni tanto, passare e filtrare, usare per gargarismi 1-2 cucchiai da minestra per bicchiere di acqua calda, contro le afte; gocce oculari o sciacqui alla bocca in caso di stomatiti (2-3 prese di petali per una tazza di acqua bollente, tenere in infusione per 10 minuti).

Con la distillazione di fiori di rosa gallica, dalla porzione idrosolica si ottiene l’acqua di rose, usata fin dall’antichità per la preparazione di lozioni e come blando astringente.


Rosa bulgara o damascena (Rosa di Damasco) 

Ci sono solo due posti al mondo dove clima, terreno ed altri fattori ecologici hanno favorito lo sviluppo di questa rosa , regina fra tutte per il suo profumo inebriante : la “valle delle Rose” a Kazanlik in Bulgaria e la valle di Isparta in Turchia. A Isparta è il luogo dove oggi si concentra la produzione di rose da profumo più alta nel mondo. A causa del processo di produzione molto dispendioso e del basso contenuto di olio nei petali di rosa, l’olio di rosa ha un prezzo molto elevato (basti pensare solo che un bocciolo di rosa contiene solo lo 0,02% circa di olio essenziale e che una goccia di olio essenziale puro è l’equivalente di 60 rose).

Ci sono tre metodi principali di estrazione dell’olio dal materiale della pianta: la distillazione in corrente vapore (la raccolta dei fiori viene fatta a mano la mattina prima dell’alba ed il materiale viene distillato il giorno stesso), che produce l’olio essenziale vero e proprio o pura essenza di rosa, chiamato anche otto di rosa o attar di rose; l’estrazione con solvente o con anidride carbonica super critica, che dà come risultato un olio chiamato absoluto di rosa. Dalla distillazione di 100 kg di fiori freschi di R. Damascena con solvente si ricavano circa 10 g di assoluta (o olio assoluto). Le assolute di rosa rappresentano meglio l’aroma del fiore di rosa poiché contengono elevate percentuali di composti idrosolubili, soprattutto 2-fenil-etil-alcol, che danno note caratteristiche all’aroma. Le assolute sono spesso commercializzate come oli di rosa, ma è importante sottolineare il fatto che non lo sono.

Durante il processo di distillazione, grossi alambicchi, tradizionalmente in rame, vengono riempiti con rose ed acqua. Viene acceso un fuoco sotto l’alambicco per 60-105 minuti. L’acqua vaporizzata e l’olio di rosa escono dall’alambicco ed entrano in un apparato condensante e vengono poi raccolti in un fiasco. Questa destinazione porta ad un olio molto concentrato, l’olio diretto, che compone circa il 20% del prodotto finale. L’acqua che si condensa assieme all’olio viene separata e distillata nuovamente, tramite coobazione, per poter ottenere le frazioni di olio di rosa solubili in acqua come l’alcol fenetile, un componente vitale dell’aroma che compone il grosso, circa l’80% dell’olio. I due oli vengono combinati e creano l’otto di rosa finale (olio essenziale di rosa puro). Un componente traccia importante dell’olio di rosa è il ß-damascenone che, malgrado la sua concentrazione sia molto bassa (0.01%), ha una notevole influenza sulla qualità dell’olio essenziale: insieme con composti come il ß-damascone e ß-ionone, si forma per degradazione enzimatica dai carotenoidi presenti nei petali! L’essenza ha un odore molto forte, ma è piacevole quanto diluita e utilizzata come profumo. Attenzione: Marco Valussi ci segnala, nel suo libro “il grande manuale dell’aromaterapia” che: R. damascena otto Bulgaria ha una nota finale deludente, carattere di tè/rosa, di legno leggermente affumicato, con un pallido accenno a legno di guaiaco; R. damascena otto Turchia ha invece una nota finale con profilo potente di foglia di rosa fresca, con dello speziato e del fruttato e una vaga nota legnosa.

L’unico olio essenziale di R. Damascena che andrebbe utilizzato dagli aromaterapeuti professionisti, scrivono gli aromaterapeuti Shirley Price e Len Price nel libro ” Trattato di aromaterapia”, è l’essenza di rose pura, cioè l’olio essenziale ottenuto con distillazione in corrente vapore, dall’aroma meno dolce di quello assoluto ottenuto per distillazione con solvente. L’essenza di rose ha proprietà astringenti, antiemorragiche, cicatrizzanti, ormono-simili e neurotoniche. In profumeria invece Rosa bulgara è usata principalmente per l’assoluta di rosa, che dà la profumazione al prodotto.

Dalla porzione idrosolica di questo distillato di fiori di rosa damascena si ottiene sempre la famosissima acqua di rose, da utilizzarsi in cosmesi per la cura della pelle; in erboristeria, i petali di damascena sono utili come blando lassativo indicato in caso di stipsi. Può essere impiegata come sciroppo o come infuso (30 gr per mezzo litro di acqua bollente da tenere in infusione 10 minuti e berne 2-3 tazze al giorno.  (J. Valnet, Fitoterapia, 2007).


Rosa rubiginosa (Rosa mosqueta del Cile) 

Dalla Rosa Rubiginosa, rosa selvatica originaria delle Ande, principalmente in Cile e Perù, e meglio nota come Rosa Mosqueta, si ottiene per spremitura dei frutti pressati a freddo (i semi, che rappresentano circa il 70% del peso del frutto) un olio ricco in acidi grassi poiliinsaturi, lolio di Rosa MosquetaDi colore rosso dorato, presenta alti livelli di acidi linoleico (44% della composizione principale, poliinsaturo con due doppi legami) e linolenico (33% della composizione principale, poliinsaturo con tre doppi legami), acido oleico  (15% della composizione principale, monoinsaturo con doppio legame), insieme con significative quantità di vitamina C. Contiene anche una piccola percentuale di acido trans-retinoico, che contribuisce alle sue proprietà terapeutiche. Studi condotti in Cile hanno messo in luce che rigenera i tessuti e riduce i segni dell’invecchiamento precoce e le rughe, oltre ad attenuare le cicatrici. Queste proprietà fanno dell’olio di Rosa mosqueta un prodotto attivo nella rigenerazione cellulare, con ottimi risultati nel mantenimento della freschezza, nella prevenzione e nell’attenuazione delle rughe.

E’ stato dimostrato che l’applicazione topica di questi acidi grassi poliinsaturi contenuti nell’olio di rosa migliorano la protezione della pelle contro gli agenti esterni dannosi quali sole, smog, freddo ecc. e rallentano il processo di invecchiamento provocato dall’eccessiva evaporazione di acqua. La nostra pelle infatti con l’avanzare dell’età tende a diventare più secca e sembra che ciò sia collegato con la perdita di quel materiale cementante di natura grassa che si trova negli spazi intercellulari delle cellule epidermiche più superficiali e la cui integrità risulta di fondamentale importanza per contrastare le perdite eccessive di acqua dagli strati cutanei più profondi. Perchè si formi questa barriera naturale è indispensabile che la nostra dieta sia ricca di acidi grassi poliinsaturi. Il nostro organismo però con l’avanzare dell’età può trovarsi nella condizione di non poter utilizzare al meglio questi grassi e una delle conseguenze manifeste può essere una disidratazione eccessiva della pelle con il formarsi sul volto di tante piccole rughette fastidiose.

Valussi, nel suo libro “il grande manuale dell’aromaterapia” consiglia l’olio di rosa mosqueta (ricca in AGL, acido linolenico, oleico e palmitico) per le pelli secche, desquamate e fessurate, psoriasi, eczemi, pelle pigmentata, cicatrici; utile anche dopo scottature, traumi, vene varicose. Evitare in caso di pelli grasse e acneiche; non tenere il boccettino aperto a lungo altrimenti irrancidisce in fretta (se naturale!); usare al 10% oppure al 100% in pelli secche e invecchiate.


Rosa centifolia

Si coltiva principalmente nella vallata di Dadès nella regione di El Kalaat M’Gouna in Marocco, una regione di mezzo compresa tra le nevi dell’Atlante da una parte e il torrido sole del Sahara dall’altra.
Questa varietà di piccole e delicatissime rose forma alti e fitti cespugli alti fino a 3 metri con rami irti di spine laterali. Le sommità fiorite portano fiori rosa dalle piccole corolle dense di petali. I fiori, delicatissimi, nel periodo di raccolta, vanno spiccati manualmente uno ad uno e occorrono circa 500kg di rose fresche ( quasi 100 mila fiori) per ottenere un solo kg di concreta.
Una volta raccolti i boccioli di rosa si seguono due procedimenti per il trattamento delle rose:

  1. l’estrazione con solventi tipo esano o etere di petrolio in cui il solvente per contatto diretto con i petali assorbe gli elementi aromatici presenti nei boccioli freschi. Si allontana poi il solvente
    per distillazione per ottenere alla fine una cera chiamata “concreta“, unione di oli essenziali e cere. Si passa la concreta nell’alcol per eliminare la cera, poi nel refrigeratore perché si rapprenda. Infine si filtra e si ottiene l’alcolato. Per successiva distillazione dell’alcolato si ottiene l’essenza pura chiamata assoluta.
  2. la distillazione indiretta in alambicchi di rame per ottenere l’essenza di Rose ( 500kg di rose per 2500 litri di acqua).

Il prodotto più richiesto in questo caso dai profumieri è proprio la concreta perché conserva meglio la fragranza originaria. Questa concreta di R. Centifolia viene utilizzata in cosmesi/profumeria per completare la profumazione dell’assoluta di Rosa bulgara; si sfruttano cere e caroteni che rimangono dalla concreta una volta estratta l’assoluta con alcool come sostituti dell’alcool cetilico nelle creme.

Dott.ssa Laura Comollo


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