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Ecco l’olio di canapa a cosa serve e quali sono le sue proprietà che lo rendono un olio unico.

     


La Cannabis sativa è una pianta originaria dell’Asia centrale e occidentale e largamente coltivata in India e in molte regioni tropicali e temperate in particolare per le sue fibre e per i suoi semi da cui si ricava l’olio ed era già conosciuta fin dai tempi del neolitico! La canapa può essere utilizzata in ogni sua parte e può essere nutraceutico, carta di ottima qualità, ottimo materiale per la bioedilizia; può dar vita a diversi tipi di bioplastica biodegradabile; può diventare un combustibile green ed essere utilizzata perfino per la scocca delle automobili. La pianta è coltivata anche per le proprietà psicoattive, ma abbastanza tossiche della sua droga.

Cannabis sativa: cos’è e come riconoscerla

La cannabis sativa è una pianta erbacea annuale che raggiunge mediamente un’altezza di 1,5-2 m.

Ha una lunga radice a fittone e un fusto eretto o ramificato, con escrescenze resinose, foglie picciolate e palmate composte da 5 a 13 foglioline lanceolate a margine dentato-seghettato. Le piante possono essere di sesso maschile o femminile, anche se il sesso non è distinguibile fino alla maturità ed alla fioritura. I fiori maschili sono organizzati in infiorescenze a pannocchia con racemi ascellari. L’infiorescenza femminile si presenta molto più compatta e fogliosa della maschile e si presenta come una falsa spiga, grossa, dritta e a ciuffo. Il frutto, circondato dal pericarpo,  è un achenio chiuso che assomiglia ad una piccola noce, sebbene venga chiamato “seme” di canapa.

Dai semi si producono piante di entrambi i sessi in quantità simile. I principi attivi sono contenuti nella resina secreta dalle ghiandole pilifere  che sono molto numerose nella parte superiore delle piante di sesso femminile. La resina secreta  dalle ghiandole pilifere si ottiene sfregando i fiori e raschiando via un solido amorfo solido o semi solido di colore scuro che costituisce la resina di canapa. La quantità di resina prodotta dai fiori di canapa di buona qualità si aggira attorno al 20%. Estraendo quest’ultima con alcool si ottiene l’olio di canapa, molto più potente.  La droga migliore (ganja) si ottiene  raccogliendo i fiori (con piccole foglie) della pianta di sesso femminile.

Piante di cannabis: alte o basse?

Durante gli anni, in base all’utilizzo che se ne vuol fare, si è effettuata una selezione delle piante di cannabis sativa più adatte:

  • piante alte con scarsa attività farmacologica adatte per la produzione di fibre e dell’olio di semi di canapa;
  • piante piccole che formano un cespuglio più adatte per scopi terapeutici in quanto ricche di cannabidioli (CBD) non stupefacenti e ricche di tetraidrocannabinolo (THC). CBD e THC sono cannabinoidi, una classe di composti terpenofenolici strutturalmente correlati contenuti in tutte le parti delle piante maschili e femminili di cannabis sativa, e soprattutto nelle foglie grandi. In particolare il tetraidrocannabinolo (THC), contenuto fino al 14-25% nella resina e al 60% nell’olio, ha l’effetto psicoattivo; in qualità paragonabili si ritrovano anche i cannabinoli ed i cannabidioli (CBD), che non hanno gli effetti psicoattivi del THC.

Olio di canapa: come si estrae

Vi sono diversi modi per estrarre l’olio dalla pianta di canapa. I tre più diffusi sono l’estrazione con anidride carbonica, quella con solvente (etanolo), e la tecnica della spremitura a freddo (di solito usata per l’olio di semi). Se in questi metodi viene utilizzata canapa  coltivata secondo standard qualitativi elevati, il risultato dovrebbe essere un olio limpido.

Olio di canapa: quale cerchi?

Quando si deve comprare dell’olio di canapa è importante conoscere se si tratta di un olio di semi di canapa o un olio di cannabidiolo di canapa e da quale varietà di canapa è stato ricavato il prodotto (ad esempio la canapa sativa sembra più utilizzata per l’olio di semi e con CBD, la canapa indica per l’alto contenuto in THC).

L’olio di semi di canapa  è un fluido giallo bruno con un forte sapore di noce, ottenuto dalla pressatura a freddo dei semi. Questo tipo di olio contiene il 75-80% di acidi grassi polinsaturi e solo il 5-10% i acidi grassi saturi. Queste percentuali lo rendono uno degli oli più salutari conosciuti. In commercio si può trovare l’olio di semi di canapa raffinato o puro.

L’olio di cannabidiolo di canapa, estratto dalle varietà terapeutiche di cannabis, non raffinato, è invece un potente inibitore della COX-2 e della 15-LOX, il che significa che può essere usato come antinfiammatorio per infiammazioni sistemiche e cioè ad esempio per indolenzimento muscolare causato da sforzo fisico e artrite reumatoide.


Le proprietà alimentari dell’olio di canapa

L’olio di semi di canapa, ottenuto dai semi di Cannabis sativa L., è noto per le sue proprietà nutritive e salutari e per la sua bioattività e i suoi effetti sulla salute e sulla nutrizione sono ben documentati. L’olio per uso alimentare non contiene nè THC nè CBD e proviene dalla spremitura a freddo dei semi. Quello di qualità non è raffinato ma puro e una volta aperto andrebbe consumato in breve tempo. Rispetto ad altri oli vegetali, l’olio di semi di canapa:

  • è una fonte particolarmente ricca di acidi grassi essenziali sia n-3 che n-6, vale a dire acido linoleico (18: 2 n-6, al 55% in peso) e acido alfa-linolenico (18: 3 n-3, al 20% in peso); il contenuto di acido gamma-linolenico (18: 3 n-6) è pari a circa 1-4% in peso (acido prezioso carente nella dieta occidentale media), mentre quello degli acidi stearidonici (18: 4 n-3) varia dallo 0,5-2% in peso;
  • contiene una quantità abbastanza elevata di tocoferoli e tocotrienoli (da 100 a 150 mg per 100 g di olio), fitosteroli, fosfolipidi, caroteni e minerali.

I benefici per la salute dell’olio di semi di canapa sono attribuiti principalmente al suo desiderabile rapporto di acidi grassi n-3 e n-6, 3: 1, rapporto ottimale per l’alimentazione umana e soprattutto per favorire l’abbassamento del colesterolo alto e l’ipertensione. È stato dimostrato che l’assunzione sbilanciata di acidi grassi n-3 e n-6 è associata a molte malattie, ad esempio diabete, malattie cardiovascolari e cancro. Questa composizione unica di olio di semi di canapa differisce dagli altri comuni oli di semi e offre opportunità per lo sviluppo di formulazioni nutrizionali speciali.


Le proprietà dermatologiche dell’olio di canapa

In ambito cosmetico, l’olio di canapa spremuto a freddo è apprezzato per le buone proprietà restitutive ed emollienti, ha un effetto antiage che rallenta l’invecchiamento cutaneo e la formazione delle rughe di espressione. E’ prezioso perchè favorisce la sintesi di ceramidi, acidi grassi essenziali importanti per l’integrità della barriera cutanea e quindi per assicurare il mantenimento del giusto grado di idratazione, favorendo pertanto anche l’eventuale ripristino dell’elasticità cutanea. Per tali motivi viene utilizzato generalmente nei prodotti dedicati alle pelli invecchiate, screpolate e secche. Come sempre il consiglio di Erboristeriacomo.it è quello di scegliere un olio di canapa puro, biologico, naturale 100% e non raffinato.

Per le sue proprietà l’olio di canapa trova applicazione sia in prodotti per la cura del corpo, che in quella dei capelli. Ecco qualche consiglio su come usare l’olio di canapa puro come cosmetico: per viso e corpo basta porre una piccola quantità di prodotto sulle mani e massaggiare dolcemente il viso e il corpo fino al completo assorbimento, mattina e sera; l’olio di canapa sui capelli è consigliato sia come impacco prelavaggio (capelli grassi), sia come leave-in per capelli sfibrati e con doppie punte. Dona chiome setose e nutrite. Non unge ed è da applicare preferibilmente su capello inumidito.

L’olio di canapa è anche citato da alcuni come antinfiammatorio della pelle e per il trattamento ad esempio di acne e psoriasi e dei dolori: questo sembra essere dovuto all’azione dei cannabinoidi contenuti soprattutto nell’olio CBD di canapa.


Olio di CBD: proprietà terapeutiche

Le proprietà del CBD contro ansia e insonnia e alcuni disturbi neuropsichiatrici

Il cannabidiolo (CBD) ha un nuovo ruolo proposto nella gestione dell’ansia a causa delle sue azioni sul sistema endocannabinoide. Il cannabidiolo (CBD) è uno dei tanti composti cannabinoidi presenti nella cannabis. Una recente ondata di pubblicazioni scientifiche ha trovato prove precliniche e cliniche che documentano il valore del CBD in alcuni disturbi neuropsichiatrici, tra cui epilessia, ansia e schizofrenia. Le prove indicano un effetto calmante per il CBD nel sistema nervoso centrale. L’interesse per il CBD come trattamento di un’ampia gamma di disturbi è esploso, ma nella letteratura psichiatrica esistono pochi studi clinici sul CBD.

Le proprietà antipsicotiche del CBD

Tali proprietà sono state studiate in modelli animali utilizzando tecniche comportamentali e neurochimiche che hanno suggerito che il CBD ha un profilo farmacologico simile a quello dei farmaci antipsicotici atipici. I risultati di due studi su volontari sani utilizzando la percezione dell’inversione della profondità binoculare e i sintomi psicotici indotti dalla ketamina hanno supportato la proposta delle proprietà antipsicotiche del CBD. Inoltre, casi clinici aperti di pazienti schizofrenici trattati con CBD e un rapporto preliminare di uno studio clinico controllato che confronta il CBD con un farmaco antipsicotico atipico hanno confermato che questo cannabinoide può essere un trattamento alternativo sicuro e ben tollerato per la schizofrenia.

Sono chiaramente indicati studi futuri sul CBD in altre condizioni psicotiche come il disturbo bipolare e studi comparativi dei suoi effetti antipsicotici con quelli prodotti dalla clozapina nei pazienti schizofrenici.

Le proprietà analgesiche del CBD 

Studi preclinici e clinici suggeriscono un potenziale effetto anti-nocicettivo di CBD e CBD combinato con altri composti in diverse malattie legate al dolore. Gli effetti analgesici possono variare a seconda della dose e della via di somministrazione. In questo studio vengono riassunti i risultati più recenti in varie malattie legate al dolore e l’efficacia del CBD nella gestione del dolore. Ad esempio:

il CBD allevierebbe il dolore:
  • neuropatico. Esso deriva da un danno nervoso diretto o da una malattia e colpisce il sistema nervoso somato-sensoriale. L’iperalgesia, una sensazione eccessiva di dolore, può essere accompagnata da allodinia, una sensazione dolorosa di stimolo neutro.
  • infiammatorio. In condizioni normali, l’infiammazione è un meccanismo che svolge un ruolo importante nel processo di guarigione della ferita. Di solito è accompagnato da arrossamento, calore, gonfiore, dolore/ipersensibilità e perdita di funzionalità. Tuttavia, in condizioni patologiche, l’infiammazione può causare dolore di lunga durata attraverso l’attivazione dei neuroni sensoriali. In diversi modelli di dolore cronico indotto da infiammazione, i cannabinoidi, incluso il CBD, possono esercitare effetti analgesici e antinfiammatori.
  • nell’artrosi. L’artrosi è una malattia degenerativa delle articolazioni che colpisce principalmente le persone di età superiore ai 60 anni. Attualmente per alleviarne i dolori si usano farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e oppioidi nei casi più gravi.
  • nell’emicrania.
Le proprietà antinfiammatorie e antifibrotiche del CBD 

Esistono vari rapporti sulle funzioni del CBD, incluso il miglioramento dell’infiammazione cronica e il contrasto alla formazione di fibrosi in diversi tipi di tessuto. Questa recensione si è concentrata sugli effetti antinfiammatori e antifibrotici del CBD sulla base della modulazione delle chemochine/citochine associate e delle vie mediate dai recettori. E’ stato anche evidenziato l’impatto del CBD:

  • sulle specie reattive dell’ossigeno (ROS) che producono-NADPH ossidasi (Nox)
  • e sugli enzimi ROS scavenging-superossido dismutasi (SOD).

Il CBD inoltre sottoregola le chemochine/citochine pro-infiammatorie e pro-fibrotiche agendo come agonista diretto o indiretto su specifici recettori e causa la riduzione e il miglioramento delle attività degli enzimi SOD che producono ROS, Nox e ROS-scavenging, rispettivamente.


Olio di CBD: diverse proprietà terapeutiche in base alla percentuale di CBD contenuta. Ecco i consigli su come sceglierlo.

Poichè molte volte i nostri clienti ce lo domandano, riportiamo un piccolo schema per consigliare l’olio con CBD giusto per ogni problematica.

  • Olio CBD 4 %:  riduce lievi mal di testa non cronici, dolori muscolari di lieve entità; favorisce inoltre: il rilassamento nel soggetto autistico, il relax generale, la ricalcificazione ossea;
  • Olio CBD 8%:  riduce il dolore dell’emicrania non cronica, dolori muscolari di media intensità, dolori mestruali; favorisce inoltre il sonno e il mio-rilassamento in soggetti tesi o dopo attività sportiva;
  • Olio CBD 12,5%:  riduce il dolore dell’emicrania a grappolo, dolori muscolari di alta-media intensità; favorisce inoltre il sonno a persone in stato di agitazione e può essere usato come antinfiammatorio al posto di molti antinfiammatori e antidolorifici chimici;
  • Olio CBD 20%:  riduce il dolore dell’emicrania cronica, è un forte miorilassante, riduce dolori muscolari di alta intensità; ha un profondo effetto rilassante.

 

Dott.ssa Laura Comollo


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Bibliografia:
  • Chimica, biosintesi, e bioattività delle sostanze naturali – P. M. Dewick, ed Piccin
  • Dermocosmetologia. Dall’inestetismo al trattamento cosmetico – Di Andrea Bovero
  • Olio di canapa: I potenti benefici del CDB (cannabidiolo) per la salute – Di Earl Mindell

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