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Aromaterapia cosa è e come funziona: cerchiamo di approfondirlo in questo articolo.

     


L’aromaterapia è una pratica terapeutica che utilizza le proprietà medicinali degli oli essenziali.

Cosa sono gli oli essenziali? miscele complesse di sostanze organiche, per lo più volatili, con una densità relativa minore di quella dell’acqua, di costituzione chimica varia, poco solubili in acqua e solubili in solventi organici, contenute in diverse piante dove sono localizzate in particolari tessuti. Si ottengono ordinariamente mediante distillazione in corrente di vapore, per estrazioni con solventi o per mezzo di procedimenti meccanici idonei. Evaporano lentamente se lasciate in un contenitore aperto e non lasciano tracce sulla carta assorbente sulla quale sono state applicate alcune gocce.

Aromaterapia come funziona

In breve, possiamo dire che gli oli essenziali possono essere usati come stimolo olfattivo, in inalazione, in applicazione cutanea, in applicazione sulle mucose e per ingestione (per via orale si consiglia un parere medico). Ognuno di questi metodi ha le sue specificità, i suoi vantaggi ma anche dei rischi. Per il prof. Valussi (2), dato che l’efficacia dell’utilizzo olfattivo dipende solo dalla percezione dell’odore, questa applicazione è la più sicura anche con i bambini o con gli anziani. Ai dosaggi utili per avvertire l’odore, infatti, anche il più aggressivo o tossico degli oli essenziali è sicuro, se pensiamo che per profumare una stanza possono bastare 3-5 gocce di oli essenziali in un contenitore dell’acqua del termosifone, o in un vaporizzatore, diffusore, mini diffusore o addirittura 1 goccia su un fazzoletto.

Recenti ricerche confermano l’azione degli oli essenziali a livello del sistema nervoso, poiché influenzano in modo efficace e benefico le funzioni psichiche, il tono dell’umore e le emozioni. Quando annusiamo un olio essenziale, le molecole “profumate” entrano in contatto con la mucosa olfattiva, dove risiedono da 10 a 25 milioni di cellule olfattive. Queste ultime sono in realtà cellule nervose che trasformano il segnale olfattivo in impulso elettrico diretto verso l’ipotalamo, con il coinvolgimento dell’amigdala, una struttura nervosa ritenuta sede di emozioni, ricordi e stati d’animo, in relazione proprio agli stimoli olfattivi.

Gli oli essenziali hanno anche funzioni antibicrobiche, effetti tonificanti e calmanti, decongestionanti e riequilibratori. Molto comune è l’uso topico degli oli essenziali, ad esempio sotto forma di massaggi, nei quali l’olio da massaggio viene addizionato con oli essenziali sia per effetti puramente olfattivi sia per effetti diretti sulla pelle o per penetrazione. Altre possibilità di applicazione locale sono creme, unguenti, gel, idrolatiargille e altre preparazioni topiche usate per trattare problemi più specifici o localizzati, come infezioni o infiammazioni della pelle, infestazioni e prurito, dolori muscolari o articolari. Il punto più importante da ricordare per le applicazioni sulla pelle è quello della diluizione. Per generalizzare possiamo dire che non si dovrebbero mai usare oli essenziali non diluiti sulla pelle e sulle mucose.


Una scienza moderna in evoluzione

L’utilizzo degli oli essenziali a scopo terapeutico, ovvero l’aromaterapia come la intendiamo al giorno d’oggi, ha una storia relativamente breve. Il termine aromaterapia è un termine contemporaneo, creato negli anni Venti dal chimico francese Gatefossé, ed era limitato all’uso antinfettivo-antibatterico degli oli essenziali, a livello locale per le ferite di guerra e a livello sistemico per infezioni più generalizzate. L’uso degli oli essenziali nel massaggio e l’approccio “psicologico” che spesso lo caratterizza sono uno sviluppo degli anni Settanta, particolarmente in voga nei paesi anglosassoni ed esportato negli ultimi anni nel resto dell’Europa, per cui l’aromaterapia è sempre intesa, in Inghilterra, come una terapia di massaggio, mentre in Francia è intesa come una branca della fitoterapia.

Se la storia dell’aromaterapia è relativamente breve, la storia dell’utilizzo delle piante aromatiche è invece molto antica ma è altrettanto importante operare dei distinguo: gli oli essenziali  rappresentano una porzione limitata del profilo chimico di una pianta aromatica, e che, al contrario di quanto spesso viene divulgato, essi non rappresentano l’essenza della pianta. Anche se balsami, resine e piante aromatiche sono stati utilizzati per l’imbalsamazione, per cerimonie religiose o sacrifici, non esistono documenti scritti che ci offrano una chiara evidenza della preparazione degli oli essenziali.

Sembra sia stato Avicenna (nel XI secolo) a scoprire la distillazione in corrente di vapore delle piante aromatiche, e a produrre così i primi oli essenziali e le prime acque aromatiche (idrolati), e che gli Arabi siano responsabili dell’esportazione di questa tecnica in Europa. Ma rimangono ancora dei dubbi sulla paternità del metodo, soprattutto dopo la scoperta di un alambicco in coccio datato circa II millennio a.C. in grado di distillare oli essenziali da piante aromatiche nel sito archeologico di Pyrgos, nell’isola di Cipro. 

La prima descrizione accurata del processo di distillazione venne fatta tra il 1200 e il 1300 da Arnaldo di Villanova per trementina e rosmarino, e da Ramon Lull per la salvia, ma essi maceravano prima le piante in “acquavite”, o le facevano fermentare in acqua. La presenza di alcol fece sì che essi non separassero oli essenziali, bensì acque aromatiche distillate (idrolati).
Dobbiamo quindi aspettare il 1563 per leggere il primo testo che specifica esattamente le differenze tra oli grassi, oli essenziali e i metodi per separare questi ultimi dalle acque aromatiche distillate: il “Liber de distillatione” di Giovanni Battista della Porta. Fu solo con il Rinascimento che gli oli essenziali vennero distillati in quantità sufficienti da ricevere un’attenzione specifica da parte degli autori medici.

Lo studio sistematico degli oli essenziali inizia con JB Dumas e il suo trattato sugli oli essenziali (1833), mentre nel 1866 appare per la prima volta il termine Terpene, coniato da Kekulè, il cui lavoro viene portato avanti da Tilden e Wallach, che sono considerati i padri della chimica dei terpeni.

All’inizio del XX secolo l’interesse nelle piante aromatiche e nelle essenze naturali dal punto di vista terapeutico fu ravvivato dal chimico e studioso francese Rene-Maurice Gatefosse: egli sperimentò gli oli essenziali durante la Prima guerra mondiale, usando oli essenziali come lavanda, timo, camomilla, limone e chiodi di garofano presso l’ospedale militare per le loro proprietà antisettiche e vulnerarie. Più tardi coniò il termine “Aromaterapia” scrivendo che “i chimici cosmetici francesi pensano che i complessi naturali dovrebbero essere utilizzati come unità costruttive complete […] senza essere frammentati. La terapia dermatologica si evolverebbe quindi in “Aromaterapia”. Egli scrisse vari libri, incluso il famoso Aromatherapie (1928), spiegando le varie proprietà degli oli essenziali e le possibili applicazioni, con esempi delle loro proprietà antisettiche, battericide, antivirali e antinfiammatorie. Più tardi egli parlò di terapie di grande successo per tumori della pelle, ulcere del viso, cancrene e osteomalacia.

I ricercatori italiani Gatti e Caiola studiarono i benefici medicinali, psicologici e cosmetici degli oli essenziali negli anni ’20 e ’30. Paolo Rovesti fu il primo a dimostrare il valore di certe essenze per problemi come ansia e depressione. Il dottor Jean Valnet, come Gatefosse, usò gli oli essenziali per trattare le ferite di guerra nella Seconda guerra mondiale. Egli era sia un medico che un fitoterapeuta e usò gli oli essenziali per molte condizioni differenti. Pubblicò il suo libro sull’aromaterapia nel 1964.

Jean Valnet tra l’altro elaborò una teoria per spiegare i meccanismi d’azione degli oli essenziali: “Secondo la teoria bioelettronica, a grandi linee, le essenze naturali hanno un pH acido e soprattutto una considerevolissima resistività. Ora, l’alcalinità favorisce la proliferazione microbica mentre l’acidità la ostacola. Si spiegano quindi le proprietà battericide delle essenze naturali. L’alta resistività delle essenze ostacola anche la diffusione dell’infezione e delle tossine”.

La storia successiva degli studi sugli oli essenziali diventa molto più complessa e ricca di autori, con la crescita dell’importanza dell’Aromaterapia dal punto di vista commerciale oltre che terapeutico.


Aromaterapia: prospettive attuali

Che lo si voglia o no, la pratica dell’Aromaterapia nel mondo contemporaneo è parte del grande scenario delle medicine alternative e/o complementari, quantomeno nell’immaginario collettivo. Per alcuni l’aromaterapia non è che uno degli strumenti del fitoterapeuta, o addirittura del medico, per altri è una modalità di cura con maggior indipendenza, per altri ancora un approccio misticheggiante alla salute dello spirito.

Tuttavia, gli oli essenziali puri 100% si stanno sempre più dimostrando cardini imprescindibili per un approccio terapeutico nelle comuni problematiche di tutti i giorni, sia in campo umano che veterinario. In tal senso risulta fondamentale approcciarsi all’Aromaterapia con un nuovo metodo scientifico, avvalendosi delle più moderne strumentazioni per l’identificazione del fitocomplesso conosciuto e del chemotipo, per una valutazione globale delle caratteristiche dell’olio essenziale specifico e un utilizzo corretto e razionale in campo salutistico. Non solo dunque “oli essenziali come aromi alimentari e cosmetici” ma integratori alle più comuni esigenze, a sostegno di una medicina non più alternativa ma integrata riscuotendo sempre più apprezzamenti anche la cura degli anziani.

Dott.ssa Laura Comollo


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Fonti librarie:
  1. Fitoterapia, Capasso
  2. Il grande manuale dell’aromaterapia, Valussi
  3. Trattato di aromaterapia, Shelley
  4. Aromaterapia, Jean Valnet

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