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Acufene cause e consigli preziosi per individuare e affrontare questo nemico invisibile. Ne parliamo in questo post.

     


Acufene: cos’è?

Si definisce acufene (o “tinnito“) la percezione di una sensazione uditiva anomala in assenza di stimoli sonori esterni. La percezione dell’acufene come fischio, ronzio, fruscio, cicaleccio, scroscio d’acqua, sibili, ecc, viene normalmente localizzata in un orecchio o in entrambi, oppure “al centro” o “nella testa”. Questa localizzazione della percezione ha fatto sì che molti studi abbiano cercato di identificare come possibile causa dell’acufene eventuali anomalie a carico dell’orecchio.

Acufeni: ma quanto sono fastidiosi?

Circa il 10% della popolazione soffre di acufene cronico. Per circa il 2% l’acufene diventa una tortura insopportabile, tale da generare una serie di conseguenze che rendono la qualità della vita difficilmente accettabile: ansia, isolamento, paura, ossessione, depressione, perdita del sonno, della concentrazione. Per questi pazienti c’è un momento nel quale la vita si divide in un “prima” e un “dopo” l’acufene, quando parlarne è inutile perché “chi non ce l’ha” non può capirti, quando devi decidere se combattere vuol dire lasciar perdere o continuare a cercare. Non ci sono soluzioni facili che un medico possa proporre (farmaci, chirurgia..), non vi sono cure immediate e le previsioni catastrofiche sono trappole emotive e/o pecuniarie da evitare, ma la ricerca avanza.

Acufene cosa fare: alcune regole per stare meglio

Innanzitutto riteniamo di fare cosa gradita elencandoti queste 6 regole preziose:

  1. Fino a quando dovrai tenerti l’acufene, almeno tieni in ordine tutto il resto: forma fisica, smetti di fumare, prendi meno rischi. In questo modo migliorerai la qualità della vita in altri campi.
  2. Evita il silenzio. Utilizza un suono di fondo il più spesso possibile, anche di notte: non solo per distrarti e abituarti, ma perché così probabilmente si stimola una parte del cervello che a causa di perdita di udito e danno al nervo acustico non è più stimolata. Introduci ad esempio un sottofondo di musica o suoni della natura nell’ambiente dove vivi.
  3. Tieniti occupato per non prestare attenzione “non dovuta” all’acufene.
  4. Impara che cosa può esserti d’aiuto per rilassarti ed evita nuovi traumi acustici.
  5. Non sei solo, non sentirti solo: aiuta il tuo medico a individuare il motivo primo del tuo acufene (emotivo, somatico, trauma sonoro..) e parla del tuo problema ai familiari.
  6. Un problema a carico dell’orecchio è una condizione necessaria ma non sempre sufficiente per sviluppare un acufene cronico: consulta un otorinolaringoiatra, ma insieme a un neurologo, un farmacologo, un audioprotesista, un neuropsichiatra… insomma è meglio recarsi in un centro specializzato in acufeni!

L’obiettivo finale di tutti non deve essere imparare a conviverci. L’obiettivo deve essere di diminuire la percezione, ed eventualmente l’acufene, al di sotto della soglia “sopportabile” di ciascuno.


L’acufene: ecco alcune patologie che potrebbero causarlo

L’origine dell’acufene è complessa, ancora non del tutto chiara e coinvolge non solo il sistema uditivo periferico (orecchio esterno, medio e interno) ma anche le vie uditive centrali e le aree cerebrali destinate all’elaborazione delle emozioni e dell’attenzione.

Esiste una stretta connessione orecchio-acufene. Quindi è dall’orecchio che partiamo alla scoperta delle ipotizzabili cause dell’acufene. Dalle ultime ricerche tra l’altro sembra stia emergendo che l’acufene potrebbe generarsi nell’apparato acustico centrale. Le principali patologie in grado di causare acufeni sono quelle:

  • dell’orecchio: nello specifico, dell’orecchio esterno: tappo di cerume (attenzione: meglio no a siringhe con acqua tiepida), otite esterna, osteomi; dell’orecchio medio: otite media catarrale, otite acuta, otite cronica con perforazione timpanica, otite cronica colesteatomatosa, otosclerosi; interno: sordità improvvisa, idrope, malattia di Meniérè, sordità idropiche fluttuanti, barotraumi, concussioni labirintiche e fratture della rocca, presbiacusia, sordità da ototossici, esiti infausti di chirurgia dell’orecchio medio;
  • delle vie nervose: neurite, neurinoma, tumori troncoencefalici, malattie demielinizzanti, conflitto neurovascolare, epilessia, patologie vascolari, ansia, depressione, PTSD;
  • fisiche: problemi posturali, artrosi, traumi al rachide, malocclusione;
  • metaboliche: intolleranze alimentari.

Acufene: da cosa proviene?

Quando noi ascoltiamo un suono, le onde sonore penetrano nel condotto uditivo esterno dell’orecchio e quando incontrano la membrana del timpano, con la loro pressione muovono la catena degli ossicini, attivando la coclea. Qui le informazioni sonore sono tradotte in segnali elettrici di natura nervosa che vengono trasmessi, tramite il nervo acustico, ai nuclei uditivi del tronco encefalico e alle differenti reti neurali fino a raggiungere la corteccia uditiva. Vi sono almeno due vie afferenti che trasmettono le informazioni uditive dalla coclea al cervello e due vie efferenti di inibizione o soppressione dalla corteccia verso la periferia, che modulano l’attività cocleare. Normalmente, in un orecchio sano, i centri uditivi lavorano in una condizione di equilibrio tra segnali di inibizione e attivazione. L’intensità di un suono dipende sia dall’energia della sorgente esterna sia da quanto il segnale codificato dalla coclea, relativo a questa sorgente, viene modulato dalle vie efferenti inibitorie.

Acufene cause: le ultime ricerche

Le ricerche degli ultimi anni hanno dimostrato che l’acufene si manifesta quando l’attività del nervo acustico è ridotta. Tale riduzione di attività può avere differenti cause, ma per lo più è legata a una perdita uditiva sulle frequenze acute. Nella maggioranza dei casi di sordità, le cellule ciliate della coclea risultano danneggiate e la loro ridotta attività si riflette sulle fibre nervose e sui neuroni dei centri acustici del tronco encefalico che si trovano tra la coclea e il cervello. Questo segnale ridotto in entrata è processato nel tronco encefalico e poi viene trasmesso al talamo, il principale centro di ricezione e trasmissione di impulsi nel cervello, prima che raggiunga la corteccia uditiva.

Se il segnale proveniente dalla coclea è carente, l’equilibrio tra inibizione e attivazione viene a mancare. In particolare, il segnale di ingresso ridotto, proveniente dall’orecchio, si traduce, a livello dei centri uditivi del tronco, in una diminuzione delle funzioni inibitorie. Il cervello cerca di compensare l’input ridotto amplificando il segnale in entrata ma ciò causa un aumento dell’attività del sistema uditivo, che si traduce in una maggiore attività del nervo acustico, dei centri uditivi e della corteccia uditiva. Questo aumento di attività viene percepito dal soggetto come un suono continuo, l’acufene, anche se, dall’orecchio, non giunge nessun segnale.

L’interpretazione del segnale acufene viene effettuata nel sistema limbico (il quale tra l’altro ha il ruolo di innescare le nostre reazioni emotive!), mentre i processi di adattamento sono invece una funzione della corteccia frontale. Il coinvolgimento del sistema limbico spiega non solo la spiacevole reazione emotiva collegata all’acufene, ma anche la frequenza di disturbi del sonno, ansia e depressione nelle persone che ne sono affette. Inoltre, lo stress dovuto ad altre cause esterne, stanchezza, lavoro, disturbi fisici, amplifica la sensazione di disagio e fastidio dell’acufene.

Acufene: cause di comparsa

L’acufene in particolare potrebbe comparire per: perdita uditiva totale o parziale (ad es. per trauma, per invecchiamento, per deafferentazione (un danno a un gruppo di cellule ciliate ha come conseguenza una ridotta attivazione dei neuroni che non ricevono alcuna informazione)); sbilanciamento tra le vie afferenti ed efferenti (ad es. per riduzione dell’attività efferente); stimolazione anomala del sistema somato-sensoriale in particolare quello proveniente dalle afferenze dei nuclei trigeminali e dalle masse muscolari del collo e dalle prime vertebre. Queste afferenze somato-sensoriali convergono attraverso il nucleo cocleare dorsale alle vie acustiche centrali: un alterato input somato-sensoriale può modificare l’attività neuronale del sistema uditivo centrale.


Acufene: la diagnosi in step

Si parte innanzitutto dalla anamnesi: il medico specialista realizza una minuziosa e dettagliata intervista finalizzata alla raccolta di tutti i dati clinici necessari per ipotizzare la causa del disturbo, che potrà essere meglio identificata dai risultati degli esami clinici. Successivamente si passa all’osservazione diretta dell’orecchio: dopo l’ispezione dell’orecchio esterno si passa all’osservazione diretta del Condotto Uditivo Esterno e della membrana timpanica. In seguito ci sarebbero alcuni test cui ci si dovrebbe sottoporre:

  • Esami audiometrici (audiometria tonale, esame impedenzometrico, audiometria vocale, otoemissioni acustiche): per indagare il sistema uditivo in toto, dalla porzione più periferica alle vie uditive centrali;
  • Studio dei potenziali evocati uditivi (per registrare ai vari livelli della via acustica specifiche risposte elettriche (potenziali uditivi) evocate da un opportuno stimolo sonoro): in questo modo viene valutata la soglia uditiva rilevata in modo oggettivo e consente l’identificazione chiara della sede in cui è localizzata la lesione posta lungo la via uditiva;
  • Il TEN test, per verificare se nella coclea vi sono dei settori in cui sono completamente assenti le cellule ciliate interne o le fibre neurali a esse connesse;
  • Acufenometria: è una metodica audiometrica mediante la quale è possibile determinare la tonalità e l’intensità soggettiva di un acufene.

Infine, importanti sono: la determinazione della soglia del fastidio (si chiede al paziente di segnalare la sensazione di fastidio all’aumentare dell’intensità dello stimolo presentato); la diagnostica per immagini con Risonanza Magnetica Nucleare (nel caso sia presente un acufene in una sordità grave monolaterale o con grave flessione localizzata prevalentemente sulle frequenze acute).


Acufeni: rimedi naturali

Ebbene sì, esiste un integratore naturale contro gli acufeni!  Lo sapevi??? Eccolo!

immunodeficienza

 

Questo integratore, che trovate qui, è a base di Germanio sesquiossido e Reishi. In particolare le molteplici virtù del germanio organico liquido (Ge- 132) rendono questo prodotto utile per svariate applicazioni, tra cui: acufeni-vertigini, arteriosclerosi, demenza senile, sindrome di Alzheimer, herpes zoster, immunodeficienza, infezioni virali e infezioni in genere.

Per ognuna di queste problematiche cambiano le dosi di assunzione. Per quanto riguarda il trattamento degli acufeni occorrono 2 stick al giorno per i primi 15 giorni e successivamente 1 stick al giorno per un mese, essenziale per migliorare l’ossigenazione cerebrale.

Dott.ssa Laura Comollo


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Fonte:
  • “Acufeni, cause, diagnosi, terapie” Luca Del Bo, Umberto Ambrosetti, 2016

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