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Il fiore d’arnica: potente antinfiammatorio naturale se usato esternamente. Scopri le sue fantastiche proprietà e il suo utilizzo come olio e come gel.

     


Da maggio ad agosto abbonda nei prati di collina e montagna, fra i 1000 e i 2500 metri, su terreno siliceo e povero di calcare, l’arnica. I suoi fiori sono giallo vivo nella corona periferica, mentre quelli che formano il disco centrale presentano una tonalità più intensa, qualche volta nella gamma dell’arancione. Le foglie sono ovaliformi, disposte a rosetta a livello del suolo e se ne scorgono altre due, o quattro, molto piccole, lungo il fusto che può essere alto un palmo oppure superare il mezzo metro.  L’arnica è presente sulle Alpi in una sola specie, l’arnica montana, della famiglia delle Composite; in francese si chiama arnica des montagnes, in inglese Mountain Arnica e in tedesco Arnika Wohlverleih. Nella tradizione popolare, invece, è nota come piantagine delle Alpi, battonica, stranudèla, tabach de montagna oppure tabacco dei Vosgi. L’origine del suo nome è abbastanza oscura: pare derivi dal greco ptarmico, termine che tradotto a braccio significa «che fa starnutire».

L’Arnica montana non si confonde con le consorelle d’America e continua a vivere, in aristocratico isolamento, nelle nostre valli alpine, pronta a sfidare il vento e il gelo che oltre i duemila metri non sono certo da trascurare. Infatti, alle prime avvisaglie della cattiva stagione, l’arnica montana sembra scomparire dai prati e dai pascoli; ma è soltanto il suo sistema di difesa perché, in realtà, sotto la coltre di neve, sotto il mantello protettivo dell’erba bruciata dal freddo, le radici dell’Arnica montana riposano e si nutrono preparandosi alla ripresa primaverile. Qando l’aria si fa tiepida e pascoli e prati riprendono il loro smagliante tappeto verde, ecco le foglie un po’ pelose della «stranudèla» (o «starnutella») fare capolino tra l’erba. Poi, a partire da maggio, in cima ai sottili steli dell’arnica appaiono le infiorescenze.

L’arnica – scriveva il Dott. Giberto Scotti nel libro “Flora Medica della Provincia di Como” nel lontano 1872- era già tradizionalmente conosciuta dal popolo, quando al principio del 1600 fu, specialmente dai medici tedeschi, introdotta nella pratica scientifica. I fenomeni fisiologici dell’arnica furono diligentemente studiati da Iörg sopra se stesso ed altre 12 persone e sono: un senso di irritazione alla lingua ed alla gola, spesso nausea, senso di pienezza ed oppressione allo stomaco, con crampi, stringimenti, rutti, pneumatosi, di rado il vomito, rilasciamento dell’alvo, mancanza di appetito. Succede frequenza ed irregolarità de’polsi e del respiro, calore aumentato, ipersecrezione della cute, dei reni, della mucosa polmonale, dolori dorsali, peso alla testa, vertigini, abbattimento morale, sonno inquieto, prostrazione di forze. Tornando ai giorni nostri, la Commissione E tedesca conferma che l’arnica e le sue preparazioni sono velenose se usate internamente: “possono causare mal di testa, dolori addominali, palpitazioni e difficoltà respiratorie”.

Arnica montana fiori: composizione chimica

La Farmacopea Europea IV riporta che la droga (Arnicae flos) è data dalle teste fiorite, intere o parzialmente spezzate, essiccate, di Arnica montana, che contengono: flavonoidi (betuletolo, eupafolina, isoquercitrina, luteolina-7-glucoside ed astragalina), lattoni sesquiterpenici di tipo pseudoguaianolidico, particolarmente derivati esterei dell’elenalina e dell’11,13-diidroenelanina ed un olio essenziale (fino all’1%, ma in genere 0,3%; principali componenti sono il timolo ed i suoi derivati). In particolare, contengono non meno dello 0,4% m/m di lattoni sesquiterpenici totali, espressi come elenalina tiglato, calcolati sulla droga essiccata.


Proprietà dell’arnica riconosciute

L’arnica ad uso erboristico è costituita dai fiori di Arnica montana L., fam. Asteracee, e per utilizzo esterno è il grande rimedio di tutti i traumi, purché si presentino senza ferite o versamenti che ledano l’integrità della superficie cutanea e non vi siano, ovviamente, vasi o capillari sanguinanti. I principi attivi di arnica hanno azione emolitica per cui impediscono, specialmente se applicati precocemente, la formazione di ematomi e comunque aumentano considerevolmente la velocità di riassorbimento.

Più precisamente, l’arnica è un potente antinfiammatorio naturale per uso esterno e possiede inoltre attività antimicrobica. “L’attività antinfiammatoria è stata attribuita all’inibizione dell’attività lisosomiale dei neutrofili. Ad alte concentrazioni può inibire la ciclossigenasi. Una serie di lattoni sesquiterpenici, compresi l’elenalina e la diidroelenalina, sono ritenuti responsabili dell’azione antinfiammatoria. Infine l’elenalina potrebbe essere responsabile dell’attività antimicrobica dell’arnica. Altri costituenti ad attività farmacologica sono i flavonoidi e l’olio essenziale” (Capasso 2006).


Arnica: l’uso raccomandato

La Commissione E tedesca raccomanda i preparati a base di arnica per uso esterno nel trattamento di condizioni post-operatorie e post-traumatiche quali ematomi, stiramenti, lividi, contusioni, edemi correlati a fratture e disturbi reumatici che interessano i muscoli e le articolazioni. Altre indicazioni sono infiammazioni orofaringee, foruncolosi, punture d’insetti e flebiti superficiali. Sempre la Commissione E raccomanda la sua applicazione solo su pelle non danneggiata e non in prossimità degli occhi e sulle ferite aperte.


Preparazioni ad uso esterno: l’oleolito di arnica montana

L’oleolito di Arnica montana (o olio di arnica montana) è un ottimo olio vegetale ad uso cosmetico per la cura della pelle, con proprietà astringenti utili per pelli impure e irritate. E’ indicato come coadiuvante nel lenire l’epidermide nei traumi leggeri da cadute, nel trattamento di piccoli edemi o ematomi locali e nel rinvigorire il cuoio capelluto. L’olio di arnica è un riequilibrante della pelle secca, sottile, rugosa, fredda e screpolata. Si pone in piccola quantità sulle mani e si massaggia dolcemente sul viso e sul corpo fino al completo assorbimento, mattina e sera.

Come si prepara l’oleolito di arnica? Abbiamo già spiegato negli articoli precedenti cosa sono gli oleoliti e come si preparano. Ricordiamo che per la scelta degli oli vegetali, fondamentali in un oleolito come solventi per numerosi principi attivi apolari e poco polari contenuti nei tessuti vegetali, vanno considerati dei parametri: • indice di saponificazione (ci indica la lunghezza media degli acidi grassi e meno lunga è la catena più grande sarà la capacità di solvatare le molecole polari); • Indice di iodio: un suo alto valore indica un alto numero di legami insaturi (quindi un’alta polarità e una grande capacità di solvatare molecole polari), una alta fluidità ma anche la sua tendenza ad ossidarsi; • % di insaponificabile: varia da olio ad oli e diventa importante per alcuni (germe di grano, riso, girasole, sesamo). I fiori di arnica montana vengono pesati e contusi e inseriti in un maceratore con la quantità degli oli vegetali scelti per l’estrazione; si lascia macerare per 15 giorni agitando almeno 3 volte al giorno; finita la macerazione si cola ed il vegetale ancora imbevuto di solvente si strizza o si torchia; infine si filtra e in caso di perdita di volume si rabbocca fino al corretto peso finale. Si aggiunge inoltre un antiossidante per evitare lo sviluppo di microrganismi.

Se vorresti provare un oleolito di Arnica montana già pronto, Made in Italy, noi di Erboristeriacomo.it ti consigliamo questo: è certificato cosmos organic (bio) e vegan ok, a marchio Flora bio e non contiene: conservanti, coloranti, allergeni, PEG, sostanze sintetiche, derivati del petrolio e non è stato sottoposto a processi chimici di raffinazione. Ecco cosa contiene:

  • oli vegetali puri 100% pressati a freddo senza l’uso di solventi e provenienti da agricoltura biologica: olio di oliva (comune ingrediente per linimenti per dolori muscolari, pesante, ricco di acidi grassi monoinsaturi), olio di sesamo (denso, utile per tutti i tipi di pelle, psoriasi, eczema, reumatismi, artrite), olio di girasole (utilizzato come base per gli oli più pesanti in quanto di facile assorbimento, ricco di acidi grassi insaturi);
  • fiori di arnica macerati 30% (provenienti da agricoltura biologica e biodinamica)
  • vitamina E di origine vegetale (antiossidante naturale).

Preparazioni ad uso esterno: gel di arnica montana, tanti ma diversi

Il gel di arnica è di comune fama popolare e il commercio abbonda di questi prodotti. Noi di Erboristeria Como ai nostri clienti proponiamo il gel PHYTO ARNICA®, a nostro marchio. Il gel PHYTO ARNICA® è un estratto glicolico ottenuto dai fiori esclusivamente della specie Arnica Montana con rapporto Droga-Estratto 1:1. PHYTO ARNICA® viene prodotto in Italia tra le colline del Chianti fiorentino, nel rispetto dei principi di qualità e sicurezza.

Non contiene parabeni, PEG e SLS, non unge, è dermatologicamente testata, Nichel tested ma ciò che la rende unica sul mercato è che contiene il 20% di estratto glicolico di Arnica Montana. Di solito i gel di arnica in commercio contengono invece arnica in tintura madre: la differenza sta nel fatto che la tintura madre è in rapporto droga (arnica)-estratto 1:10 mentre l’estratto glicolico è in rapporto 1:1, quindi quando parlate di gel all’arnica e fate confronti con le percentuali in arnica contenute fate caso anche a questo!  dire infatti che un gel ha il 20% di arnica in tintura madre NON è equivalente a dire che ha il 20% di arnica in estratto glicolico.

L’attività antinfiammatoria del gel PHYTO ARNICA® è stata innanzitutto testata in vitro contro Arnica messicana. L’Arnica messicana è detta infatti anche “falsa arnica” e il suo nome botanico corretto è Heterotheca Inuloides. Ritengo importante specificare qui che in commercio esistono numerosi prodotti a base di sola Arnica Messicana, oppure miscele di Arnica Montana con Arnica Messicana. Ecco come è avvenuto il test: sono stati isolati una popolazione mista di monociti (globuli bianchi e linfociti) da sangue umano di volontari sani; si è utilizzato sulla coltura LPS batterico per scatenare il processo infiammatorio e Arnica messicana 1% ad un gruppo, nulla al gruppo di controllo, arnica montana 1% ad un altro gruppo. Sono stati inoltre misurati i livelli di Interleuchina 8 e 6, che sono i principali mediatori dell’infiammazione. Risultato: Arnica montana (PhytoArnica) si è dimostrata 10 volte più efficace rispetto ad arnica messicana. Successivamente, sulla base del modello sperimentale sopra riportato, è stata testata l’attività antinfiammatoria di PhytoArnica con diclofenac 1% (conosciuto anche come “voltaren emugel”): il risultato ha evidenziato che PhytoArnica ha un’attività antinfiammatoria comparabile a quella del Diclofenac. La sua efficacia è stata inoltre testata contro traumi e contusioni.

Dott.ssa Laura Comollo


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